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Monti si inchina alle banche Ripristinate le commissioni

Via libera dal Consiglio dei Ministri al decreto che recepisce l'odg firmato da tutti i partiti sulle liberalizzazioni

Nicoletta Orlandi Posti
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Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge sul ripristino delle commissioni bancarie, azzerate dal decreto liberalizzazioni, convertito poi in legge dalla Camera. Il decreto interviene per correggere un emendamento al dl liberalizzazioni presentato al Senato dal Pd e approvato a palazzo Madama, che rendeva nulle tutte le commissioni bancarie sugli affidamenti. La norma aveva scatenato la protesta dei vertici dell'Abi che avevano annunciato le loro dimissioni. Dopo settimane di trattativa e di braccio di ferro tra governo e Parlamento, la soluzione è stata trovata con la presentazione di un ordine del giorno al decreto, firmato da esponenti di Pd, Pdl e Terzo Polo, con cui il governo si impegnava a "emanare in tempi rapidi" un provvedimento per cui l'azzeramento delle commissioni deve valere solo per le banche che non si conformano alle regole di trasparenza stabilite da Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio. Nell'ordine del giorno la maggioranza ha chiesto inoltre  l'istituzione di un tavolo di lavoro con l'Abi, le Associazioni rappresentative degli altri settori produttivi, il ministero dell'Economia e il ministero dello Sviluppo Economico "per seguire e valutare l'efficacia delle iniziative già prese in questo campo". Il governo si è impegnato anche a presentare una relazione al Parlamento in materia di concorrenza e tutela della trasparenza nel settore bancario e finanziario e dovrà "adoperarsi nelle competenti sedi decisionali dell'Unione Europea affinchè sia promossa l'introduzione nella normativa europea di riferimento di Basilea 3, di meccanismi che incentivino i prestiti in favore delle Pmi e la revisione dei parametri Ue sulla patrimonializzazioni delle banche, in   considerazione della specificità del sistema bancario". Secondo l'Associazione bancaria le commissioni valgono 10 miliardi di euro e garantiscono 80mila posti di lavoro. L'Abi ha espresso apprezzamento per la decisione del governo

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