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Alfano, Bersani e Camusso: iniziato l'attacco incrociato

Pd e Cgil uniti contro la riforma del lavoro: "Sull'articolo 18 si deve cambiare". Segretario Pdl: "Non c'è intesa, governo più debole"

Andrea Turco
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Elsa parla, Susanna risponde. La Fornero difende la sua creatura, la leader della Cgil la distrugge. E' scontro continuo tra il ministro del Lavoro e la sindacalista. Per questo quando il ministro, parlando a Cernobbio, al Forum di Confcommercio si dice  "rammaricata" per il mancato consenso da parte di tutti i sindacati alla riforma del lavoro, Susanna non perde l'occasione e ringhia:  "Il governo aveva tutte le condizioni per non doversi rammaricare. Le trovo un po' lacrime di coccodrillo". Sul palco del convegno organizzato dalla Confcommercio a Cernobbio, la leader di Cgil riserva parole al veleno nei confronti del governo Monti: "La Cgil ha sempre dato molto valore all'idea di fare un accordo sulla riforma del lavoro e invece abbiamo visto che il governo questa idea non ce l'aveva". Per la Camusso  "siamo di fronte ad un governo che ha scelto una strada che rende dispari i diritti, il che mi sembra esattamente   l'opposto di un'idea di coesione e di unità del paese". Con questa riforma, conclude Camusso, si continua a dividere il Paese. Il Pd con noi - La Camusso ha poi commentato le parole del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo il quale, il Pd si sarebbe inizialmento detto d'accordo sulle modifiche dell'articolo 18 che riguardano i licenziamenti per motivi economici. "Non mi risulta che il Pd sia d'accordo sui licenziamenti per motivi economici. Abbiamo sentito dire da Bersani che il modello che loro perseguono è quello tedesco". La leader della Cgil è comunque fiduciosa che il disegno legge possa cambiare in alcuni suo aspetti durante il suo iter in Parlamento: "resta che un disegno di legge ha in se un percorso parlamentare e ci permetterà di proporre al Parlamento le nostre opinioni". Inoltre, lo sciopero di 16 ore proclamato dalla Cgil per protestare contro la riforma del lavoro, sarà effettuato e "rafforzato". Bersani non molla - Ed effettivamente il Partito democratico sta con la Cgil. A ribadirlo è stato il segretario Pier Luigi Bersani, secondo cui nella riforma approvata dal CdM "ci sono cose buone ma anche cose da correggere: non possiamo accettare che in nessun caso, anche in caso di sospetti licenziamenti economici, la monetizzazione sia la soluzione esclusiva. Quello è un elemento basico e su questo noi non ci muoviamo". Ieri aveva minacciato governo e altri partiti: "O se ne parla o il Parlamento chiude". Oggi pare un po' più ottimista: "Se la discussione sulla riforma del mercato del lavoro continuerà con serenità in Parlamento, non si corre alcun rischio di tensioni sociali". E all'esecutivo consiglia di comportarsi come su liberalizzazione e manovra, "in modo aperto a un contributo del Parlamento stesso. Sui tempi del varo, Bersani pensa che sia possibile chiudere la pratica entro l'estate. "Stiamo parlando - fa notare da Cernobbio - di una messa a regime di un sistema di armotizzatori, di meccanismi che dobbiamo guardare bene nel dettaglio". L'avvertimento di Angelino - Anche Angelino Alfano, segretario del Pdl, si unisce al coro di chi minaccia Monti. Più che un appunto sulla riforma è una presa d'atto: "Manca l'intesa, così il governo Monti è più debole". Per qualcuno è una gufata, per molti l'amara realtà di future settimane di fuoco e barricate.    

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