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Il Pontefice accolto a Cuba da grida contro comunismo

Fuoriprogramma per Benedetto XVI, accolto da 200mila fedeli.. Forse incontrerà Fidel Castro. Il regime mette in galera 150 oppositori

Lucia Esposito
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Fuoriprogramma, ieri, per Papa benedetto XVI all'arrivo all'aeroporto di Santiago de Cuba. Poco dopo lo sbarco dall'aereo e l'accoglienza di Raul Castro, Ratzinger è stato avvicinato da un uomo che ha urlato frasi contro il comunismo, prima di essere allontanato di peso dagli uomini della sicurezza cubana. Il Pontefice non è mai stato in pericolo. Guarda il video su LiberoTv: Uomo contesta il Papa Davvero, come hanno fatto intendere sia il Vaticano che l'episcopato cubano, Fidel Castro chiederà un incontro a Benedetto XVI? Davvero, come ha fatto intendere la figlia naturale, ribelle e in esilio Alina Fernández, Fidel coglierebbe l'occasione per manifestare al mondo la più spettacolare delle conversioni? Davvero, come hanno fatto intendere alcuni dei blogger pro-regime che il governo dell'Avana ha avuto cura di far nascere per controbattere i blogger dissidenti stile Yoani Sánchez, Fidel cercherebbe di imbucare nell'incontro anche il suo amico Hugo Chávez, tornato sull'isola per nuove sedute di cura al suo sempre più misterioso male? Tante le speculazioni, su fatti clamorosi  che potrebbero accadere, con la visita del Pontefice a Cuba. Una, la certezza: il regime continua ad arrestare a tutto spiano! Almeno 50 persone sono state detenute nella regione attorno Santiago, primo scalo di Benedetto XVI, secondo le denunce della Damas de Blanco della città e del gruppo del dissenso Unione Patriottica di Cuba. E almeno 150 persone in tutta l'isola, secondo la Commissione dei Diritti Umani e Riconciliazione Nazionale di Elizardo Sánchez. Il Papa, all'arrivo sull'isola, ha ricordato la visita del suo predecessore Giovanni Paolo II e sottolineato la necessità di fare nuovi passi avanti verso la libertà: «Uno dei frutti migliori di quella visita fu l'inaugurazione di una nuova fase nelle relazioni tra Chiesa e stato cubano, anche se rimangono ancora molti aspetti nei quali si può e si deve avanzare». Nel suo discorso, pronunciato accanto a Raul Castro, Ratzinger si è detto «convinto che Cuba sta già guardando al domani e si sforza di rinnovare e ampliare i suoi orizzonti». Dicendo di arrivare come «pellegrino della carità», il papa promette di «portare nel mio cuore le giuste aspirazione e i legittimi desideri di tutti i cubani». Raul Castro, nel suo discorso di benvenuto, sottolinea che «Cuba sta cambiando» e tuona contro l'embargo «economico, politico e mediatico» americano. I 150 dissidenti in galera, in ogni caso, rischiano di gettare un'ombra sul viaggio di Benedetto XVI. Va detto che era stato in qualche modo il dissenso ad aprire le ostilità, non solo il Premio Sakharov 2010 Guillermo Fariñas aveva chiesto al Papa di non venire se non gli fosse stato possibile parlare liberamente e incontrarsi con gli oppositori, ma due settimane fa un gruppo di 13 militanti del dissidente Partito Repubblicano di Cuba aveva occupato una chiesa dell'Avana per chiedere la liberazione dei prigionieri politici, la fine della repressione, l'aumento dei salari e delle pensioni, e che Benedetto XVI si incontrasse con esponenti del dissenso. Lo stesso cardinale Ortega, ex-detenuto dei campi di lavoro del regime, aveva chiesto alle autorità di intervenire, la polizia aveva sgomberato la chiesa in 10 minuti, e l'episcopato aveva accusato alcuni gruppi del dissenso di voler approfittare del viaggio pastorale per fare provocazioni. Ma va detto pure che l'altro Premio Sakharov Oswaldo Payá aveva detto che per lui Benedetto XVI è comunque il benvenuto, e sia Marta Beatríz Roque Cabello che Yoani Sánchez si erano dette contro la trasformazione delle chiese in luoghi di lotta politica. A quel punto, però, il regime non ha fatto distinzioni tra i vari settori del dissenso, e si è messo a fare retate. All'inizio delle Damas de Blanco, di cui una settantina sono state rilasciate e poi liberate una settimana fa. E adesso, dopo che il Papa in aereo ha detto che «il marxismo non corrisponde più alla realtà», sono repressioni generalizzate. Obiettivo: impedire che i dissidenti possano recarsi alle messe col Papa, agitando magari qualche cartello imbarazzante. Anche a chi non è stato arrestato sono arrivati avvertimenti precisi della polizia, a starsene chiusi in casa in questi giorni. di Maurizio Stefanini

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