Pressione fiscale verso il 55% Le tasse uccidono l'Italia

Andrea Tempestini

L'allarme è stato recentemente suonato da Confcommercio, che ha ricordato come l'Italia rischi un salto indietro nel tempo di tre lustri, un balzo nel passato di quindici anni. L'allarme riguarda la flessione del Pil, che secondo i commercianti calerà dell'1,3% nel 2012. Le ragioni di questo calo, continuo, stanno anche nella pressione fiscale da record e che deprime i consumi, un tema rispetto al quale gli italiani sono molto sensibili, e alla base di un drastico disagio sociale. Di ieri, mercoledì 28 marzo, il drammatico gesto di un artigiano di 58 anni di Bologna, che si trova in gravissime condizioni dopo essersi dato fuoco all'interno di un auto di fronte alla sede di Equitalia: ma il gesto è soltanto l'ultimo di una lunga serie. Il punto è che la già altissima pressione fiscale, in Italia, sta per raggiungere massimi storici. La pressione fiscale apparente, ossia il rapporto tra il gettito complessivo tributario e contributivo e il prodotto lordo, supererà la quota monstre del 45 per cento. Togliendo dai calcoli del Pil la fetta di sommerso e calcolando dunque la pressione reale, si raggiungerà il 55 per cento: cifre che relegano il nostro paese all'infausto ruolo di maglia nera mondiale in quanto paese più (tar)tassato al globo.