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Il taglio dei Parlamentari? Una balla lunga 10 anni

L'ultima promessa è quella di Alfano, Casini e Bersani. Ma la politica promette la sforbiciata da anni. Risultati? Zero

Andrea Turco
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Il taglio dei parlamentari è un po' come la tela di Penelope che di giorno la filava e di sera la disfaceva. Per questo non c'è da fidarsi dell'ultimo proclama giunto dopo l'accordo tra Alfano Bersani e Casini "taglieremo i parlamentari". In teoria dovrebbero rimanerne 500 alla Camera e 250 al Senato. In teoria, perché tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare di promesse non mantenute, nell'arco degli ultimi 10 anni. Perché il taglio dei parlamentari non è un'idea dell'ultima ora ma un leit motiv che ogni anno si ripresenta puntualmente come le stagioni. Già nel 2002 Berlusconi aveva inserito nel suo programma un taglio deciso che però alla fine non ebbe seguito. Gianfranco Fini e Casini nel 2004 fecero eco all'allora premier ma ancora una volta le dichiarazioni caddero nel vuoto totale. Come il ddl presentato dal centrodestra che prevedeva un taglio, ma dal 2016. I cittadini, stanchi di essere presi in giro, votarono no al referendum. Nel 2008 cambia il Governo ma non la sostanza. Anche Prodi promette un cambio di rotta ma "sono solo parole" come il brano della cantante Noemi. E così, altro giro di giostra, nel 2008 torna Berlusconi ma la minestra è sempre la stessa. "Taglieremo" ma poi più niente. Ed ora eccoci qui, con le stesse dichiarazioni di dieci anni fa. Scommettiamo che...

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