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Tasse, il Professore lo ammette: "Sono uno rozzo"

Monti: "Aumenti fiscali e tariffari, servono strumenti più sofisticati. Evasione? Un problema, ma gli investitori stranieri non si preoccupino"

Andrea Tempestini
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Mario Monti lo ammette, senza remore: "Gli aumenti fiscali e tariffari sono strumenti un pò rozzi". Poi il premier cerca di allontanare la responsabilità della tempesta fiscale e di rincari che ha portato in dote il suo governo tecnico: "Le decisioni sono il risultato differito di decisioni prese in passato" ma senza le quali l'Italia rischiava di finire come la Grecia. Così Monti nel corso della conferenza stampa a Pechino ammette che è meglio uccidere l'Italia con le tasse piuttosto che lasciarla morire come Atene. Quindi la chiosa: sugli aumenti "sono pronto ad assumermi le mie responsabilità" perché "sono stati introdotti da questo governo". E per il futuro il presidente del Consiglio promette di essere meno rozzo: "Dobbiamo trovare strumetni più sofisticati". "Strumenti più sofisticati" - "Devo sempre fare presente agli italiani che, meno visibile ai loro occhi ma molto, molto più grave per il destino di ciascuna delle loro famiglie, sarebbe stato finire come la Grecia", ha proseguito Monti. Che ribadisce: "Dobbiamo certo trovare degli strumenti più sofisticati, più capaci di agire senza questi interventi a volte un pò rozzi". Secondo il premier, però, "è stato fatto un grande sforzo di riequilibrio in campo fiscale contro l'evasione, chiamando a contribuire coloro che meno avevano contribuito in passato, arrivando persino a riaprire gli scudi fiscali". "Evasione? Stranieri non si preoccupino" - La premessa della riflessione sul fisco, sollecitata da una domanda dei giornalisti nell'istituto di cultura a Pechino, parte dalla constatazione del "grande interesse" da parte della Cina, come "fattore di preoccupazione" sulla percentuale di evasione fiscale in Italia, potenziale freno agli investimenti, e così Monti osserva che "in fondo un investitore straniero non dovrebbe preoccuparsene più di tanto e potrebbe anzi dire 'quasi, quasì...". Invece questa preoccupazione si basa sulla consapevolezza che "un Paese dove c'è grande evasione fiscale non può essere equilibrato, finirebbe - avverte - per essere un Paese in cui quelli che pagano danno segni in qualche modo palesi di insofferenza".   Riforma del lavoro - Poi le osservazioni sulla riforma del mercato del lavoro, che "condivisa o non condivisa è intesa a dare modernità al mercato del lavoro, una riforma per migliorare, e poi se ne possono avere diverse idee", mentre "l'evasione fiscale è un'illegalità". E qui, sottolinea il professore, non c'è proprio questione di cercare il consenso delle "parti interessate", che sono cioè gli evasori. Poi una battuta sugli strumenti impiegati nella lotta senza quartiere all'occasione: "Da come Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza mi hanno dato riscontro dei provvedimenti introdotti nel Salva Italia, mi pare di capire che non c'è mai stata in passato una strumentazione così forte e qualche non gradita da alcuni osservatori". Quindi, "non credo che occorra fare di più". Né al Colle né a Palazzo Chigi - Nel corso del suo tour asiatico, Monti entra poi nel dettaglio dell'attualità politica e delle indiscrezioni dei quotidiani. Così Monti ricorda che quando si parla di un colloquio al Quirinale con il capo dello Stato e di un nuovo vertice con i leader della maggioranza, ambedue già fissati, si parla di "tutte cose verosimili, perché vado spesso a rendere visita al presidente Napolitano, ma non ho alcun appuntamento specifico con il capo dello Stato né ho parlato con gli onorevoli Alfano, Bersani e Casini". Poi il professore manifesta la sua "perplessità" per quelle ricostruzioni giornalistiche, che accusa di non contribuire alla chiarezza della conoscenza del nostro paese da parte degli osservatori stranieri, secondo le quali nel suo futuro potrebbe esserci un secondo mandato a Palazzo Chigi o la scalata al Quirinale.

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