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Supermario sputtanato pure dalla sua portavoce

Betty Olivi, gaffe sui fantomatici complimenti di Barack. Sul sito del governo pubblica l'intervento, ma della lode non c'è traccia

Andrea Tempestini
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Ci hanno messo ben quattro giorni per rimediare alla gaffe della portavoce del premier Mario Monti, Betty Olivi. E come si suol dire la pezza è peggiore del buco, perché alla fine non sono neanche riusciti a dimostrare che Obama nel suo discorso al vertice sulla sicurezza nucleare a Seul abbia veramente lodato il professore. Inzialmente si era detto che la lode era stata "toppata" a causa di un'insistente telefonata di Fabrizio Cicchitto. Quindi era trapelata l'amara verità: Barack non ha mai citato Monti nel suo intervento. L'Italia affonda, ma per Monti la crisi è finita Il videocommento di Pietro Senaldi su LiberoTV   Sul sito del governo - E così Palazzo Chigi è passato al contrattacco, e sul suo sito ha riportato integralmente il discorso del Presidente in inglese, che cita il premier. L'agenzia Ansa traduceva: "Ho discusso con il primo ministro italiano Monti del fatto che alcuni di quei cambiamenti, alcune delle iniziative che tutti abbiamo intrapreso sembrino ciascuna essere come un piccolo passo, ma in realtà apportano un contributo che conduce verso un cambiamento significativo. E i rischi a cui ci riferiamo sono relativamente remoti se paragonati ad alcune delle altre sfide con cui quotidinamente siamo chiamati a confrontarci". E la lode dov'è? - L'evidenza pare piuttosto lampante: nell'intervento di Obama, della lode, non vi è traccia. Dove si sono mai nascosti gli elogi al presidente del Consiglio? Forse si trincerano dietro un messaggio cifrato? E perché allora le agenzie stampa e i giornali hanno parlato e straparlato - oggi, lunedì 2 aprile - dei fantomatici elogi presenti nel testo? Semmai c'era una citazione del prof, ma degli elogi nemmeno l'ombra. Un esempio, citato da Dagospia, rende il chiaro chiarissimo: un take dell'agenzia Ansa, martedì 27 marzo, alle 19.35 titolava A Monti lodi Obama. Peccato che fosse una balle, nonostante gli sforzi di Betty Olivi per sotterrarla.  

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