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Fede Quella valigetta con i soldi in Svizzera? Emilio fa il nome del mandante del complotto

L'ex direttore del Tg4 è comparso oggi in procura a Milano sulla vicenda del crac di Lele Mora, dove ha ribadito la falsità della vicenda

Matteo Legnani
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Aveva detto di sapere chi lo aveva incastrato con la storia (a suo dire del tutto inventata) della valigetta con due milioni e mezzo di euro che voleva depositare in una banca svizzera di Lugano. E così, l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede ha approfittato dell'interrogatorio in procura di Milano sul crac di lele Mora, per spifferare ai pm nome e cognome del mandante del complotto. Quello stesso giorno in cui la vicenda della valigetta uscì sul Corriere della sera, la scorsa settimana, Fede venne estromesso dalla direzione del telegiornale. Una coincidenza che effettivamente fa alzare il sopracciglio. L'invito a comparire per Fede era motivato anche dall'intenzione di accertare se la cifra che avrebbe cercato di versare in Svizzera sia una parte dei due milioni e 850 mila euro che Silvio Berlusconi ha prestato a Mora per salvare la sua società sull'orlo del dissesto e di cui lo stesso giornalista avrebbe trattenuto quasi, secondo l'accusa, 1,2 milioni di euro. Fede non solo ha negato di aver mai cercato di versare i soldi in Svizzera ma ha detto oggi, come già aveva fatto in passato, di aver preso da Mora solo 350 mila euro, somma di un prestito che il talent scout doveva restituirgli. Fede, che risponde di concorso in bancarotta fraudolenta nell'inchiesta sul crac di una delle società di Mora, ha poi assicurato al pm di avere sempre rapporti amichevoli con Berlusconi.

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