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Lega, Bossi si è dimesso Cav: "Colpo al cuore"

Consiglio federale, il Senatùr consegna dimissioni irrevocabili: "Lascio perché coinvolta la mia famiglia". Potere al triumvirato Maroni, Calderoli e Dal Lago. Videocommento di Belpietro: "Per la Lega oggi cala il sipario su molte cose"

Giulio Bucchi
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Umberto Bossi si è dimesso  in maniera "irrevocabile". La notizia bomba arriva dal Consiglio federale della Lega in corso in via Bellerio a Milano. Il Consiglio, convocato d'urgenza, chiude così tre giorni di caos e inchieste. "Chi sbaglia paga, qualunque sia il cognome che porta. Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità è il bene della Lega e continuare la battaglia", ha dichiarato il Senatur. Ma soprattutto si chiude l'era del Carroccio dominato dal suo fondatore, che spiega di essersi dimesso "per il bene del movimento e dei militanti. La priorità - ha aggiunto - è il bene della Lega e continuare la battaglia. Ma lascio perché è stata coinvolta la mia famiglia" (le sue parole sono state riferite da Matteo Salvini). Bossi è stato comunque eletto presidente del movimento. In una nota, il Consiglio federale ha spiegato che i partecipanti alla riunione federale "hanno manifestato la loro commozione e l'unanime apprezzamento per la scelta compiuta da Umberto Bossi per tutelare al meglio il movimento, ringraziandolo per aver accettato la nomina a Presidente". Verso le 20, Bossi ha lasciato via Bellerio in auto senza rilasciare dichiarazioni. Il Senatur, assediato dai giornalisti, è stato salutato dai pochi militanti rimasti al grido "Bossi, Bossi, Bossi". "Per la Lega cala il sipario" Il videocommento di Maurizio Belpietro Il triumvirato - Al posto del Senatùr arriverà, temporaneamente, un triumvirato composto da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e la parlamentare veneta Manuela Dal Lago (e non, come annunciato in un primo momento, il segretario lombardo Giancarlo Giorgetti), che guiderà il partito fino al prossimo congresso. Troppo pesanti i sospetti legati all'ex tesoriere Francesco Belsito, accusato di aver distolto soldi (molti soldi) dalle casse del partito per pagare le spese della famiglia di Bossi. Meglio fare pulizia, aveva chiesto Roberto Maroni. Notizia non di poco conto, anche Calderoli è coinvolto nell'inchiesta napoletana. Nominato il nuovo tesoriere, che sarà Stefano Stefani. I congressi - L'1, il 2 e il 3 giugno il congresso lombardo della Lega dovrà nominare il nuovo segretario regionale: il mandato di Giancarlo Giorgetti. Il 23 giugno sarà la volta del Veneto. Successivamente - la data precisa non è ancora stata resa nota, ma le elezioni si terranno ad ottobre - tutti i delegati del congresso dovranno nominare il nuovo segretario del Carroccio, che prenderà il posto del triumvirato 'ad interim' nominato oggi, giovedì 5 marzo, alla guida del partito. Maroni contestato dalla base in Via Bellerio Soldi in nero e assegni: tempesta sul Senatùr Paragone: Annebbiato e malato, Bossi fregato dai figli Le intercettazioni di Belsito: "Se parli tu, vien giù la Lega" Castelli sentiva puzza di bruciato Il Cav: "Un colpo al cuore" - Lo storico alleato, Silvio Berlusconi, ha definito "un colpo al cuore" le dimissioni di Umberto Bossi. Il Cavaliere si è detto "profondamente amareggiato" per la notizia: così, chi lo ha sentito, ha descritto la sua reazione. Ora, avrebbe spiegato, nulla sarà più come prima, tutto cambierà. Berlusconi ha ripercorso quasi vent'anni di battaglie insieme, Silvio e Umberto fianco a fianco, per cambiare il Paese. Oltre all'amarezza la sorpresa: nei ragionamenti dell'ex premier si insinua anche il dubbio che contro Bossi e la Lega sia stata messa in atto un'operazione politico-giudiziaria. Berlusconi avrebbe confidato di vedere in questa inchiesta "molte zone d'ombra", l'indagine potrebbe anche nascondere "un disegno politico". E ora che succederà, cominciano a interrogarsi nel Pdl. I dubbi su Bossi - Nessuno lo diceva apertamente, ma è chiaro che la situazione di Bossi, 71 anni a settembre, era in bilico. Secondo alcuni era lo stesso Senatùr a voler anticipare le mosse dei critici interni, offrendo le proprie dimissioni. Da intendere come resa parziale, per contenere i tumulti dei maroniani. Ma pure come contrattacco per trascinare dalla sua parte la base del Carroccio, con i militanti convinti della cattiva condotta di qualche funzionario ma della buona fede del Senatùr. La conta interna, insomma, continua. Restano infatti le incognite sulla riconferma del ruolo politico del figlio di Umberto, Renzo. A questo proposito, il vertice segreto di cui parla Paolo Bracalini su Il Giornale, avvenuto mercoledì sera tra Manuela Marrone, lady Bossi, e proprio Roberto Maroni, avrebbe messo in chiaro la volontà della famiglia del leader di riconfermare la posizione del delfino. Umberto Bossi story: guarda le foto nella gallery Umberto Bossi story: Padania, dichiarazione d'indipendenza Guarda il video del 15 settembre 1996 su LiberoTV "Gli taglio la testa" - Di certo è che uscendo dal vertice di mercoledì sera Bossi si era dimostrato ancora più che combattivo: "Se ci sono traditori interni, gli taglierò la testa", sarebbero le parole risuonate fuori dalla sede di via Bellerio. Il Senatùr ha ribadito che lui e la sua famiglia non c'entrano niente e sono estranei ai fatti che emergono dalle inchieste della magistratura. Tosi lo "pensiona" - Intanto, il sindaco di Verona Flavio Tosi (esponente dell'area maroniana del partito) aveva già"pre-pensionato" il fondatore e storico leader del Carroccio: "Se anche Bossi non fosse il segretario è chiaro che dovrebbe avere un ruolo all'interno del movimento, perché la Lega  è Umberto Bossi e Umberto Bossi è la Lega".

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