Emma: "Riforma pessima" Monti: "Sei una sindacalista"

Andrea Tempestini

La riforma del lavoro? Per Emma Marcegaglia "è un testo pessimo". Un giudizio tranchant e che non lascia spazio a dubbi, quello espresso dalla leader di Confidustria sul testo proposto dal governo di Mario Monti. Nel mirino della Marcegaglia, in particolare, ci finisce la nuova formulazione dell'articolo 18: "Non è quello che abbiamo concordato", ha spiegato in un'intervista al Financial Times. Quindi la bordata: "Il mondo delle imprese è preoccupato per i riflessi che potrebbe avere questa riforma - sottolinea la numero uno di Viale dell'Astronomia -, e minaccia di non rinnoavare i contratti per timore dei contenziosi legali". Marcegaglia lancia l'allarme: "Secondo molti imprenditori - ha spiegato a margine di un convegno alla Camera - il risultato di questa riforma è che non solo non creerà nuova occupazione, ma molti di loro non rinnoveranno i contratti perché hanno paura dei contenziosi". "Spero nel Parlamento" - L'attacco frontale della Marcegaglia alla riforma di Monti prosegue: "Se fai una riforma del lavoro che dovrebbe convincere le imprese ad assumere di più e poi ha tutte le imprese che dicono che sono deluse e che pensano che la riforma riduca l'occupazione un problema c'è". Quindi l'auspicio della leader di Confindustria: "Faremo di tutto. Vanno lasciati alcuni aspetti poisitivi, ma la parte di irrigidimento della flessibilità in entrata ci preoccupa molto e c'è una delusione importante sul tema del reintegro per i licenziamenti economici". La leader di Conindustria spera dunque che "il Parlameno sovrano" intervenga per migliorare un testo che boccia senza appello. Monti durissimo - Dopo le dure parole della Marcegaglia, non si è fatta attendere la replica al vetriolo del premier, Mario Monti, che ha definito Confindustria "il sindacato dei datori di lavoro". Secondo il presidente del Consiglio, il governo deve guardare "all'interesse generale". Così Monti ai micorfoni del Tg1, per poi aggiungere: "Marcegaglia definisce il testo della riforma pessimo, che non è un understatement. Si prenda le responsabilità di quello che ha detto". E ancora: "Tre mesi fa, la Confindustria non avrebbe neppure osato sperare che il licenziamento per motivi economici diventasse possibile in Italia come in Paesi dove c'è maggiore flessibilità, e che il ruolo del reintegro fosse limitato, come è con questa riforma, solo a casi di abuso del licenziamento per motivi economici".