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Finanziamento alla politica, ora i partiti hanno paura

Bersani scrive ad Alfano e Casini: "Serve una riforma". La Bonino: "Referendum per abolirli". Nel 2008 utili da paura

Giulio Bucchi
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Dopo il caso Lusi, arriva anche il Lega-gate. Il finanziamento della politica torna ad essere uno dei primi punti in agenda dei leader di partito, spaventati dai possibili scandali e soprattutto dalla loro ricaduta elettorale (pessima). Non a caso, poche ore dopo le dimissioni di Umberto Bossi provocate dalle manovre oscure dell'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, il segretario Pd Pier Luigi Bersani ha scritto ai colleghi Angelino Alfano (Pdl) e Pier Ferdinando Casini (Udc), parlando di "assoluta priorità" di una riforma per cambiare le normative sulla trasparenza e i controlli dei bilanci. Alfano ha replicato parlando di "bilanci controllati, trasparenza e contribuzione volontaria dei cittadini". I rimborsi elettorali - In attesa di capire se si passerà dal Parlamento o da un referendum per l'abolizione del finanziamento pubblico (l'idea della radicale Emma Bonino), conviene dare un'occhiata a quanto hanno incassato i partiti per le politiche 2008 per comprendere come più che di rimborsi elettorali si debba parlare di vero e proprio finanziamento a spese pubbliche. Il Pdl, a fronte di 68,4 milioni di euro di spese, ha ricevuto un rimborso di 206,5 milioni di euro, per un utile di 138 milioni. Il Pd ha avuto 180,2 milioni di euro di rimborso, 18,4 milioni di spese, 161,8 di utile. La Lega Nord, oggi al centro della tormenta, mise a registro 41,3 milioni di contributi a fronte di 3,4 milioni di spese e con un utile di 37,9 milioni. Più si scende, più diminuiscono i contributi e di pari passo gli utili. La Sinistra arcobaleno, per esempio, andò letteralmente in rosso incassando 9,2 milioni di contributi e spendendo per la propria macchina eletorale 10,9 milioni. Forse anche per questo, qualcuno a sinistra non vede di buon occhio la cancellazione dei rimborsi: Sergio Boccadutri, di Sel, protesta: "Un partito non è un comitato elettorale". Usando un po' d'ironia e guardando quel che è accaduto a Margherita e Lega, si può dire che i partiti sono molto, molto di più.

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