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Siria, settimana di sangue: "mille morti tra i ribelli"

La denuncia dell'opposizione contro il regime di Assad. Kofi Annan (Onu) oggi in Turchia. Damasco: niente cessate il fuoco

Giulio Bucchi
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Settimana di sangue in Siria: sarebbe di almeno mille morti il bilancio delle vittime del regime di Bashar el Assad negli ultimi 7 giorni. Lo ha detto il colonnello Qassem Saad al-Din, portavoce del comando dell'Esercito libero siriano (Els), che ha anche ribadito l'impegno dell'opposizione siriana a rispettare il cessate il fuoco richiesto dall'Onu, anche se le forze governative non lo faranno. "Ma se i lealisti torneranno a sparare riprenderemo le armi e li combatteremo", ha aggiunto. Ma Bashar el Assad non molla e definisce "non corrette" le voci che vogliono un cessate il fuoco per domani, martedì 10 aprile. Pressing internazionale - Prosegue però la pressione internazionale sul regime di Damasco. L'inviato di Onu e Lega Araba per la Siria, Kofi Annan, visiterà domani, martedì, un campo di accoglienza dei profughi siriani in Turchia. Finora circa 25.000 siriani in fuga dalla repressione si sono rifugiati nei tre campi allestiti dalla Turchia nella provincia di Hatay, in quella di Gaziantep e in quella di Killis. Ad Ankara sono attesi oggi anche i due senatori Usa, John McCain e Joe Lieberman, che avranno colloqui con il presidente turco, Abdullah Gul, e domani visiteranno il campo di accoglienza di Hatay. Molto dura la Francia, che ha bollato come "inaccettabili le nuove richieste" avanzate dal regime di Bashar el Assad, che ha annunciato che non ritirerà le sue truppe dalle città senza "garanzie scritte" dall'opposizione: "Assad, pur avendo accettato il piano di (Kofi) Annan e proposto il 10 aprile come data per il ritiro delle sue truppe e armi pesanti dai centri urbani, ora avanza richieste inaccettabili", ha detto Bernard Valero, portavoce del ministero degli Esteri di Parigi.

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