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Il fallimento di Mario Monti: governo abbassa stime sul Pil

La conferma di Grilli: il tasso di crescita verrà sforbiciato ancora di un punto. Gli effetti della tempesta di tasse dei tecnici

Andrea Tempestini
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Il viceministro all'Economia, Vittorio Grilli, certifica la sconfitta del governo Monti. L'esecutivo, ha rivelato conversando in Transatlantico alla Camera con i giornalisti, si appresta a rivedere al ribasso le stime di crescita del Pil dell'Italia per il 2012, in linea con le nuove previsioni della Commissione europea. La voce circolava da qualche giorno, ed è stata quindi confermata. "Noi siamo sempre stati coerenti con le stime della Commissione europea", ha spiegato Grilli. Gli effetti del massacro fiscale dei tecnici non tardano a farsi sentire. La gente tartassata non spende più un euro, la produzione cala, la pressione fiscale reale che flirta a livelli vicini al 55% fa paura. E in arrivo, subito dopo la stangata in busta paga per le addizionali regionali, ci sono anche la nuova Imu, senza tener conto dell'aumento dell'Iva previsto per il prossimo ottobre. In parallelo corrono benzina e bollette, ma giusto ieri, martedì 10 aprile, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha confermato: "Non prevediamo nessun taglio alle tasse". Continueremo insomma a piangere. Le nuove stime - E il pianto si può quantificare con le cifre ufficiose che stanno circolando: cifre impressionanti. Ufficiose perché Grilli non ha snocciolato alcuna percentuale, ma il calcolo è presto fatto: la stima potrebbe solo essere suscettibile di qualche lieve variazione. E così la contrazione del Pil che il governo certificherà arriva all'1% rispetto alle precedenti previsioni, che risalgono allo scorso dicembre. Si va dunque verso una forchetta che segnerà un passivo tra l'1,3 e l'1,5%, ossia le cifre indicate dalla Commissione europea. Nel documento che fu presentato in Parlamento ai tempi della prima stangata, il cosiddetto "salva-Italia", si ipotizzava una flessione del Pil tra lo 0,4 e lo 0,5 per cento. Evidentemente i tecnici avevano sottovalutato l'impatto delle misure draconiane che hanno imposto al Paese, che piuttosto che essere stato salvato è stato spinto verso una spirale recessiva che rischia di essere senza uscita (le ultime tensioni sullo spread e i mercati indicano che Monti non possiede nessuna ricetta magica, e che questa ricetta magica men che meno sono le tasse). Nuove manovre? - Di quanto le stime del governo sul Pil verranno diminuite lo scopriremo entro il 15 aprile, il giorno limite per presentare il Documento di economia e finanza (Def). L'esecutivo di Monti ha sempre escluso che il continuo peggioramento del quadro economico possa portare a una nuova manovra correttiva. L'esecutivo sostiene che il gettito atteso dalle nuove misure di contrasto all'evasione fiscale negli ultimi tre mesi potranno scongiurare nuove stangate; inoltre il governo spiega che la manovra si basa su un livello di interessi passivi calcolato sui rendimenti di novembre, quando lo spread tra Btp e Bund superava i 500 punti base. Ma la corsa del differenziale pare essere ricominciata. E se la contrazione del Pil fosse più vicina alle stime diffuse dal Fondo montario internazionale guidato da Christine Lagarde (che prevede un crollo del 2,2% nel 2012), una nuova infornata di tasse potrebbe rivelarsi l'inevitabile destino.

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