Asta Btp flop, ma il governo: "Respinte alcune domande"

Andrea Tempestini

Un flop l'asta dei Btp: un nuovo campanello d'allarme per il governo di Mario Monti. Il Tesoro ha collocato 2,88 miliardi di cedole con scadenza al marzo 2015: un valore inferiore rispetto all'offerta, che era di 3 miliardi. Come nell'asta del giorno precedente, i rendimenti sono schizzati al rialzo, assestandosi al 3,89%, in aumento di 1,13 punti percentuali rispetto alla precedente asta di marzo. Gli analisti spiegano che l'esito negativo dell'asta di Btp italiani, che ha segnato un'inversione di tendenza sui tessi e un ammontare di venduto inferiore agli obiettivi, è da addebitare alle mutate condizioni di mercato. Dopo l'asta le Borse europee soffrivano: Milano e Madrid erano maglie nere in Europa. Grilli: "Non presa tutta la domanda" - Il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha provato a minimizzare l'esito negativo dell'asta di Btp spiegando che "abbiamo fatto la scelta di non prendere tutta la domanda che c'era perché in questo momento non abbiamo urgenza di fare funding a tassi che, secondo noi, non siano quelli giusti e rilevanti". A margine di un convegno presso il Palazzo della Borsa di Milano, Grilli ha spiegato che i risultati di collocamento odierno "sono nelle aspettative" e ha ribadito che "i tassi devono rispondere alle attuali condizioni di mercato. Se la domanda è stata forte - ha aggiunto -, è perché le aste riflettono le condizioni di mercato. L'importante è avere una buona domanda e che i nostri titoli non abbiano avuto un segnale negativo in questi termini".