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"Tremonti disse che l'euro salta Suggerì di portare soldi fuori"

Belsito: "L'ex ministro non crede nella moneta unica, non vede problemi nel portare i soldi in Tanzania"

Andrea Tempestini
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Nelle carte dell'inchiesta sulla Lega Nord compare, citato da Belsito, anche l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Il contesto è quello degli investimenti off-shore che hanno avuto il loro epicentro in Tanzania. Alcuni dei protagonisti sono quelli che hanno riempito le pagine dei quotidiani in questi giorni: l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, Romolo Giirardelli, l'avvocato Bruno Mafrici e Stefano Bonet, imprenditore esperto in operazioni finanziarie all'estero: i quattro, emerge dagli atti dell'inchiesta, parlavano senza freni al telefono mentre gli investigatori della Dia di Reggio Calabria registravano le loro chiamate. Lo scandalo degli investimenti in Tanzania era appena esploso e Paolo Scala, considerato dagli inquirenti il braccio operativo delle operazioni borderline del Carroccio, si sofgava al telefono con la moglie: "Qui finisco in galera per colpa loro", spiegava al telefono, e quel "loro" si riferiva ai personaggi elencati nelle righe precedenti. "Non preoccupatevi"  - Ed è in questo contesto, dove cominciava a farsi strada la paura che i presunti affari illeciti potessero emergere, che anche Giulio Tremonti si ricava un ruolo. L'ex superministro, da sempre vicino al Carroccio ed esperto di materie finanziarie, incontra Belsito nell'agosto del 2011. Quindi Tremonti, spiega l'imprenditore Bonet, avrebbe riferito che non c'è bisogno di preoccuparsi troppo per i soldi che il partito ha trasferito all'estero. Nelle carte dell'inchiesta rientra quindi in campo Belisto, che aggiungeva - si legge nell'informativa della Divisione investigativa antimafia, Dia, di Reggio Calabria - che sia Bossi sia Tremonti erano d'accordo sul fatto che la Lega Nord, con l'operazione, avesse voluto diversificare i loro risparmi. Aggiungeva che gli importi bonificati erano riportati in bilancio anche perché, con il 2009 e il 2010, il movimento politico aveva chiuso con un attivo di 16,5 milioni di euro. Concludeva il Belsito che Bossi gli aveva fatto divieto di rilasciare interviste". "L'euro salterà" - Quindi un'ultima citazione per Tremonti. Ormai a Palazzo Chigi c'è Mario monti, ma fa comunque impressione leggere che l'ex superministro non credeva più nella sorte dell'euro. Anzi, Tremonti avrebbe proprio gufato contro la moneta unica. La circostanza emerge nel passaggio di un brogliaccio di una conversazione tra Bonet e Belsito. I due discutono proprio di investimenti all'estero: "Per tremonti, essendo il tutto iscritto a bilancio, ci consente di fare tutto ciò che vogliamo dei risparmi e - questa la sintesi di Belsito - Tremonti commenta che loro (il riferimento è alla Lega Nord, ndr) non credono nell'euro, non vede dove sia il problema anche in virtù del fatto che tra due mesi l'euro sarebbe saltato". Tremonti, da par suo, dopo la diffusione di queste indiscrezioni, ha subito replicato: "Ho saputo dai giornali delle operazioni tanzanesche che sarebbero state organizzate dal signor Belsito Francesco. Mi riservo di querelare il nominato in oggetto".

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