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Esodati, balletto dei numeri La minaccia della Camusso

Balletto dei numeri sui lavoratori usciti dalle aziende con accordo. La Cgil; se i dati sono veri chiederemo dimissioni presidente Inps

Lucia Esposito
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Il governo Monti ormai dà i numeri:  il ministro del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero che parla di 65mila esodati.  L'Inps (che è un istituto vigilato dallo stesso ministero) giura che sono 130 mila nei prossimi quattro anni.  Per i sindacati sono molti di più, circa 350mila e oggi venerdì 13 aprile, scenderanno in piazza per difendere questi lavoratori che sono usciti dalle aziende con un accordo che si sono trovati senza stipendio e con la pensione sempre più lontana dopo la riforma della privedenza.  Chi ha ragione? Ieri il governo annuncia una tassa di due centesimi sugli sms e poi fa retromarcia. Secondo la Fornero gli esodati, cioè i lavoratori usciti dalle aziende dopo gli accordi che si sono trovati senza stipendio e con la pensione sempre più lontana a causa delle riforma previdenziale, sarebbero dunque 65mila: 5 mila in più rispetto a quanto stabilito dal decreto salva Italia. Ma proprio oggi, venerdì 13 aprile, i sindacati manifesteranno a Roma a favore degli esodati perché le tutele siano estese a tutti i fuoriusciti. La minaccia di Susanna «Il governo ha fatto una riforma delle pensioni sbagliata e deve avere il coraggio di fare un passo indietro, non raccontare numeri falsi la sera prima di una manifestazione», ha detto il segretario generale della Cigl, Susanna Camusso, alla manifestazione dei tre sindacati organizzata a Roma in difesa degli esodati. Il leader Cgil interviene sul balletto di cifre di cui il governo è «O il governo troverà una soluzione previdenziale per tutte le categorie degli esodati o i sindacati proseguiranno la mobilitazione. È insopportabile giocare con la vita delle persone; se il governo confermerà i 65mila esodati, gli stessi calcolati nel Milleproroghe, a me non resterebbe che una strada: chiedere le dimissioni del presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, perchè incapace di governare i contributi e le condizioni di tutti i lavoratori», ha aggiunto la leader Cgil. Raffaele Bonanni della Cisl ha precisato che: "il ministro ha fatto come lo struzzo ha messo la testa sotto la sabbia e non ha voluto vedere in faccia migliaia di persone che sono venute in piazza a chiedere chiarezza.  "Non è un gioco di numeri, tutti coloro che hanno abbandonato il proprio posto di lavoro per accedere alla pensione con le vecchie regole devono vedere riconosciuto questo diritto", ha detto Luigi Angeletti della Uil.

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