Il Senatùr, un leader taccagno: non dà un euro alla Lega Nord

Andrea Tempestini

Nei partiti, è pratica comune e che non lascia scampo ad eccezioni, i parlamentari eletti versano una parte del loro stipendio annuale alla cassa comune del movimento. Anche nella Lega Nord è prassi. Ed è così, spulciando l'elenco dei più generosi, che Tommaso Labate nota - in un articolo pubblicato su Lettera43 - che al settimo posto dell'elenco, compilato in ordine alfabetico, spunta Boldi Rossana, senatrice, che nel 2010 ha versato nelle casse del partito 43.040 euro. Quindi il deputato Bragantini Matteo, che sempre nel 2010 ha contribuito alla causa con 49.3320 euro. Perché tanta attenzione sulla lettera 'b'? Semplice, si vuole controllare con quanti soldi abbia sostenuto il Carroccio l'ex segretario, ora presidente (travolto dallo scandalo), Umberto Bossi. Peccato però che il nome che ti aspetti di trovare tra Boldi e Bragantini non ci sia. Il Senatùr, ufficialmente, nel 2010 non ha versato nemmeno un centesimo alla Lega Nord. La firma di Belsito - Il documento esaminato da Lettera 43 è l'allegato A al bilancio consuntivo del 2010 del partito Lega Nord Padania, un documento depositato in parlamento e pubblicato lo scorso 31 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale. In calce al foglio la firma di quello che era "segretario amministrativo federale Belsito Francesco", l'ex tesoriere al centro dello scandalo per la gestione dei rimborsi elettorali che giovedì, insieme a Rosi Mauro, è stato espulso dal Carroccio. Quindi, nell'allegato A, le cifre consolidate: 3.683.261,15 gli euro che la Lega ha incassato dai parlamentari, 956.000 dai "partiti e movimenti politici", ossia dai gruppi del Carroccio di Camera e Senato. Tirchi e generosi - Nell'elenco manca dunque Bossi, mentre tutti gli altri pezzi da novanta del partito, chi più e chi meno generoso, non mancano. Nel 2010 si scopre che Roberto Maroni, Rosi Mauro, l'ex capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni e Giancarlo Giorgetti hanno destinato al Carroccio la medesima cifra, poco meno di 30mila euro (29.040 per la precisione). Meno di loro hanno versato alle casse verdi soltanto l'allora tesoriere Belsito (24.200 euro), Gian Carlo Di Vizia (20.115 euro), Marco Maggioni (20.440), l'allora sottosegretario Sonia Viale (12.200 euro) e l'ex ministro della Giustizia, roberto Castelli, il più avaro con 10.200 euro. I più generosi? Stando ai documenti sono stati Matteo Brigandì (84.400 euro), Mauro Carossa (70.342 euro), Paolo Franco (69.040 euro), Gianluca Pini (73.940 euro) e Luca Zaia (67.040 euro).