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Lega, cellulari extracomunitari per non farsi intercettare

I leader del Carroccio avevano creato una rete di comunicazione clandestina usando schede intestate ad africane

Nicoletta Orlandi Posti
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Qualche volta gli extracomunitari servono! Anche ai leghisti. Dalle carte dell'inchiesta sui pasticci contabili della Lega risulta infatti che i duri e puri padani usavano schede telefoniche intestate a ignari extracomunitari per non essere intercettati. La Stampa racconta che già due mesi fa, nel timore di un intervento giudiziario, i leader del Carroccio usavano utenze a nome di ignari cittadini stranieri pur di assicurarsi conversazioni protette. Gli investigatori della Dia di Reggio Calabria parlano anche di caselle di posta elettronica attive su domini internazionali, così da creare "una rete di comunicazione clandestina, per poter dialogare, come da loro detto esplicitamente, in modo sicuro e riservato". Castelli sapeva? "Bonet Stefano", scrive La Stampa, "per le conversazioni riservate, dotava Restaini Lubiana, segretaria della Lega alla Camera, di due utenze telefoniche intestate ad un cittadino senegalese e a uno del Bangladesh". In quest'ottica, il 17 febbraio, l'imprenditore veneto contattava (da utenza intestata a tale Mattia Camurati) sull'utenza del cittadino Md Zalal Uddin (Bangladesh) la Restaini Lubiana, dipendente del Parlamento, che risulta vicina al senatore della Repubblica on. Roberto Castelli e all'on. Roberto Maroni e allo stesso Bonet Stefano, con la quale ha intrapreso un'ampia collaborazione con lo scambio di costanti e continui contatti telefonici. Nel corso della telefonata - in alcuni momenti dai toni aspri, per via di come si stava sviluppando la vicenda del rientro dei capitali esteri –, la Restaini passava la conversazione al senatore Roberto Castelli". Castelli sapeva?

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