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Biagio Antonacci si confessa "L'amore? E' dire di no"

Esce il nuovo cd con ballate rock e pure le fisarmoniche: successo garantito. E il cantante parla anche di politica...

Andrea Tempestini
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Biagio Antonacci, nato a Rozzano 48 anni fa, parrebbe uno dei tipi più sicuri e, al contempo, più insicuri di sè. Possibile? Sì, basta ascoltare le sue canzoni e analizzare il titolo del suo nuovo cd per avere una conferma di questo curioso e tenero aspetto della sua personalità. I sentimenti di Biagio - Sapessi dire no è un rebus mentale. Quasi a sottolineare ancora una volta le umane incertezze di un ex ragazzo che ha risolto parecchie cose della sua vita anche se le canzoni che scrive a getto continuo («E nel cassetto ne avrò un'altra trentina già pronte per essere plasmate e messe su disco…», assicura), esprimono i sentimenti, la dolcezza, i trionfi, gli amori, ma anche le cadute, le paure, le riflessioni, le ancore di salvataggio ricercate dall'uomo del 2012, e non sempre trovate. Anche la politica entra nel disco nel brano Con infinito onore: «Dove canto di un politico fuori tempo che non riesce ad uscire dal suo stato, è talmente invischiato nel suo mondo che non riesce a cambiare. Sono anni che non voto, non ho fiducia. Oggi i cittadini cominciano a dire "basta". Vogliamo che si scelgano persone che sappiano rappresentare la gente, una famiglia». La politica - Ci vuole una scelta radicale. Dovremmo pensare di non dare più denaro ai partiti. Beppe Grillo? Potrebbe essere un'alternativa, però mi faccia prima vedere la faccia della gente che lavora con lui… É il momento di tornare alla meritocrazia. Almirante e Berlinguer si affrontavano, si scontravano, Pannella aveva sempre un senso. C'era ancora una sinistra e una destra». Il brano che dà il titolo all'album, in uscita oggi per Iris/Sony Music, è invece un manifesto canoro del quotidiano precario di ognuno di noi, in bilico tra il sì e il no. E non soltanto nell'amore. Antonacci ce lo illustra poco prima di incontrare il suo popolo al cinema Odeon di Milano durante lo showcase di presentazione dell'album, in diretta in 35 sale del circuito Space. «Sapere dire no viene vissuta troppo spesso dalle persone come una negazione, un rifiuto, invece lo ritengo un atto d'amore verso la propria donna o il proprio figlio, verso un amico. Sapere dire no è un'esperienza molto più frustrante non per chi riceve questa limitazione ma bensì per chi ha il compito di intonare un secco e sgradevole divieto. Si tratta di un modo per definire e marcare un nuovo punto di partenza, di vivere e vedere le cose, e migliorarle… Ecco perché mi è parso un'ottimo titolo per un disco». Che è uno scrigno da aprire con lentezza ma anche pazienza, se non si è dei Biagio-fan. Ballate, frustate rock, parole sussurrate, flauti e fisarmoniche, e poi testi enigmatici in alcuni passaggi fin troppo ricercati si alternano in quel che si preannuncia come l'ennesimo successo di pubblico per Antonacci. La cover è un ermetico disegno di Milo Manara, maestro veronese del fumetto famosissimo per le sue filiformi donnine. I top dell'album - I momenti migliori dell'album vanno dalla hit radiofonica Ti dedico tutto, da ieri anche in videoclip, alla casalinga Qui, dove Antonacci canta la quiete domestica come panacea della malinconia. Dall'ansiogena Ciao Tristezza, la traccia più intimista, alla canzone che apre l'album dal titolo Insieme finire, una conferma della facilità compositiva che ha, oggi, Antonacci. Uno che, a quanto pare, dice troppo spesso di sì. di Leonardo Iannacci

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