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Lavitola, GdF a Palazzo Chigi Sequestrati 2,5 milioni

Il denaro recuperato faceva parte dei contributi destinati all'Avanti. I pm: "Li ha percepiti indebitamente"

Lucia Esposito
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Oltre 2,5 milioni di euro di contributi pubblici destinati al quotidiano l'Avanti, testata di proprietà di Walter Lavitola, non ancora erogati, sono stati bloccati dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli presso il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.   Si tratta di un sequestro preventivo disposto dalla Procura di Napoli, legata alla notifica il 13 aprile scorso di un'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Lavitola e del senatore Sergio De Gregorio. I contributi erano a favore della società cooperativa a responsabilità limitata International Press, editrice del quotidiano. Dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle sarebbe  emersa l'esistenza di un'associazione per delinquere la quale si   sarebbe indebitamente appropriata di contributi pubblici per oltre 23   mln e 200 mila euro in un arco di tempo che va dal '97 al 2009 attraverso il sistematico ricorso a fatture per operazioni inesistenti  e documenti artatamente fittizi aventi ad oggetto prestazioni mai   eseguite ovvero attestanti una falsa tiratura ed una sovradimensionata  diffusione delle copie del giornale.  Le accuse Il falso ricorso alle vendite in blocco e allo strillonaggio "pratiche di per sé poco tracciabili" spiegano gli investigatori,   rispetto a quelle tradizionali costituite dalle vendite presso le   edicole e dagli abbonamenti, rappresenta una delle modalità con cui l'Avanti avrebbe conseguito l'indispensabile requisito di   ammissibilità al finanziamento pubblico.  Secondo gli inquirenti "la società editrice allo scopo di   ostacolare eventuali forme di controllo ha variato più volte nel   tempo la denominazione sociale, la compagine societaria e la sede".

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