Con il Festival dell'agriturismo gli agrichef lanciano la sfida agli 'stellati'
Roma, 24 mar. (Labitalia) - Dopo aver deliziato i palati dei visitatori di Expo 2015 con il primo Festival degli agriturismi italiani, tornano gli agrichef, che si sono dati appuntamento nel Lazio per la seconda edizione della rassegna. Nel 2016, non cambia il format, che si è rivelato vincente: contaminazioni regionali nelle cucine degli agriturismi. Trenta agriturismi laziali ospiteranno, quindi, altrettanti agrichef provenienti dalle tutte regioni d'Italia per dare vita, assieme, a menù e degustazioni per gli appassionati dei piatti di campagna. La scelta del Lazio non è casuale, in contemporanea con il Giubileo, per dare un'opportunità in più da chi viene da lontano e vuole scoprire la realtà rurale di questo territorio. Dentro un percorso, alla scoperta dei gusti genuini, il Festival degli agriturismi italiani vuole essere anche l'occasione per dare visibilità al 'movimento delle fattorie sociali', una realtà crescente che anche nel Lazio svolge un importante ruolo per le persone che vivono delle difficoltà. Si parte il 31 marzo con la prima serata in un agriturismo dei castelli romani, dove cucinerà un agrichef pugliese. Nello stesso giorno, nella sede nazionale di Roma della Cia-Agricoltori Italiana, promotrice della manifestazione, alle 11, in programma la presentazione alla stampa del fitto calendario delle iniziative del Festival che riempirà un arco temporale di circa sei mesi. In quel contesto, verranno snocciolati anche i nuovi dati del comparto agrituristico, un segmento divenuto fondamentale per la sostenibilità economica dell'agricoltura italiana. Infatti, dalla legge del 1985 che sancì il ruolo multifunzionale dell'azienda agricola con il riconoscimento dell'agriturismo, oltre 20 mila strutture sono nate, creando opportunità di lavoro e garantendo vitto, alloggio e servizi sempre più accurati a milioni di turisti italiani e stranieri. E, oggi, si aprono nuove frontiere e il comparto continua a crescere con idee che si tradurranno in nuove possibilità d'impiego. Come nel caso degli agrichef, appunto, che vogliono distinguersi e mettere in risalto le loro peculiarità rispetto a quelle dei più famosi chef 'stellati', divenuti, nell'immaginario, delle vere e proprie star. Ma chi è l'agrichef? La definizione vanta già innumerevoli casi d'imitazione (ma il marchio originale depositato è della Cia-Agricoltori). Quelli che hanno ottenuto il riconoscimento sono un centinaio. L'agrichef è un cuoco/cuoca di comprovata abilità ed esperienza, che esercita il suo mestiere all'interno della cucina dell'agriturismo. Può essere il titolare d'azienda, un elemento della famiglia, ma anche un esterno che però si impegna a trasformare principalmente produzioni agricole aziendali, o di prossimità, nel rispetto della stagionalità, e utilizza nella realizzazione delle pietanze ingredienti legati alla tutela della biodiversità. Questo per favorire, attraverso il continuo consumo di specifici prodotti, la loro costante coltivazione, preservandoli così dal rischio dell'estinzione. Un processo virtuoso, quindi, per l'agricoltura nel suo complesso, che rifugge la standardizzazione delle produzioni, mirando all'esaltazione delle differenze anche a discapito delle convenienze sulle rese 'quali-quantitative'.