Vino, Ferragamo: "Terroir e sostenibilità per valorizzare il territorio"
Firenze, 15 nov. (Labitalia) - Terroir e sulla sostenibilità: queste le parole d'ordine del Borro, la tenuta di proprietà dal 1993 di Ferruccio Ferragamo in cui sono impegnati il figlio Salvatore e la figlia Vittoria, che si estende nel bacino del Valdarno Superiore su di una superficie di 1.100 ettari nel cuore della Toscana. Fortemente vocata al rispetto dell'ambiente e dell'ecosistema, è interamente biologica dal 2015. Parte importante della Tenuta sono la cantina e gli 85 ettari di vigneti dai quali si producono pregiati vini (12 etichette di cui 10 interamente biologiche). "I primi vigneti - racconta ad Adnkronos/Labitalia Salvatore Ferragamo, amministratore delegato de Il Borro - sono stati piantati nel 1994, mentre gli ultimi impianti risalgono al 2001. Sin dall'inizio, ci siamo concentrati in un approccio di valorizzazione dei nostri terreni con l'intento di produrre dei vini Igt di altissima qualità ma di grande rispetto del nostro territorio". "Il Borro - spiega - si estende per 1.100 ettari dalle pendici del Pratomagno alla valle del Valdarno e il nostro impegno è stato nel capire i nostri terreni: tramite scavi e analisi abbiamo ricercato le varietà più idonee per i nostri terreni al fine di avere la massima espressione del nostro territorio. Oggi abbiamo dei marchi importanti che insieme al Borro sono in grado di valorizzare il nostro territorio e in concerto abbiamo realizzato la Doc Valdarno di Sopra con l'intento di dare una identità territoriale ai nostri vini ben precisa. La Valdarno di Sopra sarà la prima Doc al mondo biologica". "La Valdarno di Sopra Doc - prosegue Salvatore Ferragamo - è una piccola Doc di soli circa 20 produttori, in realtà abbiamo riattivato una vecchia Doc, che fu fondata da Cosimo dei medici nel 1716 insieme alle altre prime Doc Toscane, Chianti, Carmignano e Pomino. La Valdarno di Sopra vorrebbe distinguersi da tutte le innumerevoli Doc di Italia con dei concetti unici di terroir e di sostenibilità. Personalmente, ritengo che l'aspetto bio della Doc è molto importante: oggi abbiamo delle tecniche di coltivazione della vite in conduzione bio e tecniche di produzione in cantina sempre bio che permettono ai vini di esprimere ed esaltare al meglio le caratteristiche del nostro territorio. Non ultimo, gli aspetti di sostenibilità sono fondamentali per le generazioni future che erediteranno i nostri terreni e lavoro". Un concetto, quello della sostenibilità, che al Borro viene declinato in una intera filiera. "Il Borro per me - sottolinea - ha una forte componente di autenticità e offre ai nostri clienti una vera esperienza a 360 gradi. Per il Borro, la sostenibilità non è una filosofia solo legata al vino ma a tutta l'azienda; infatti, al Borro produciamo la nostra energia elettrica tramite un impianto FV di 2 megawatt. Questo rende il Borro non solo un Borghetto dell'anno 1000 trasformato in una struttura ricettiva 5 stelle lusso in chiave Relais et Chateaux e in un luogo incantevole, ma anche una struttura a bolletta zero". "Al Borro produciamo circa 2 milioni di Kwh l'anno mentre ne consumiamo solo un terzo, 600.000 Kwh; pertanto, ci qualifichiamo come un'azienda a 'negative carbon footprint'. Al Borro, oltre al vino, produciamo anche olio, miele, ortaggi, uova, galline, carne tutto in conduzione biologica e tutto disponibile al Borro tramite i nostri due ristoranti. La ristorazione, con il marchio Il Borro Tuscan Bistro, ha riscontrato successo anche a Firenze con un nostro ristorante e anche a Dubai e presto a Londra tramite due franchisee", annuncia.