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Formigoni: "Giovedì ci dimettiamo. Con la Lega non c'è coalizione"

Il governatore: "Lunedì nuova giunta più snella, poi lascia tutto il Pdl". Ma sulla legge elettorale il Carroccio fa ostruzionismo

Giulio Bucchi
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  Lunedì la nuova giunta, giovedì le dimissioni. Ha tutto ben chiaro in mente, Roberto Formigoni: il governatore della Regione Lombardia, lasciato sempre più solo dagli ex alleati della Lega e da parte del Pdl, ha chiarito la road map che dovrebbe portare alle elezioni regionali entro 90 giorni, dopo lo scandalo dell'arresto dell'assessore alla Casa Domenico Zambetti con l'accusa di aver comprato voti dalla 'ndrangheta. "Lunedi' prossimo darò vita a una giunta regionale più snella e fortemente rinnovata. L'ho concordato con Alfano e tutto il Pdl è d'accordo", ha chiarito Formigoni in conferenza stampa al Pirellone, aggiungendo poi che "giovedì prossimo sarà l'ultimo giorno della mia legislatura e il Pdl in Regione Lombardia darà in gruppo le dimissioni". Come e con  chi arriverà al voto il Pdl, è tutto da vedere. "Per stare alle affermazioni di Maroni a Roma stiamo spaccatissimi - ha commentato il Celeste -, poi in Lombardia la Lega ha rotto i patti che erano stati sottoscritti nel 2010, ha rotto 36 ore dopo i patti sottoscritti giovedì scorso. Mi sembra difficile parlare oggi di una coalizione esistente". Ma l'alternativa, sottolinea Formigoni, c'è: "Assieme a Gabriele Albertini e ad altri sto lavorando per fare in modo che una coalizione di moderati possa vincere le elezioni in Lombardia". Ostruzionismo dal Carroccio - Che i rapporti tra il quasi ex governatore e la Lega siano decisamente tesi lo conferma anche l'atteggiamento del Carroccio in Consiglio regionale: il gruppo padano ha presentato circa 280 emendamenti alla proposta di riforma elettorale in discussione in commissione Affari istituzionali al Pirellone. L'obiettivo di Formigoni di approvare la legge (richiesta a gran voce dallo stesso segretario della Lega Bobo Maroni) e di sciogliere il consiglio regionale il 25 ottobre, in modo da andare al voto a dicembre, appare a rischio. Il capogruppo leghista Stefano Galli ha attaccato: "Vogliamo fare l'interesse dei cittadini e non quello di Formigoni. Vogliamo votare in una sola tornata ad aprile, non quando decide il governatore". Secondo Galli, "i messaggi arrivano da più parti, l'unico che non li sente è Formigoni". A replicare è stato il collega del Pdl, Paolo Valentini: "Se c'è un tentativo di fare ostruzionismo, il problema si sposta dal piano dei contenuti della legge elettorale a quello politico. Chi non vuole l'approvazione lo dica chiaramente". Il consigliere del Pd, Franco Mirabelli, ha invece sottolineato: "Siamo disposti ad andare avanti a oltranza ma non a postporre la seduta di giovedì, perchè il 25 ottobre il Consiglio si deve sciogliere".  

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