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Elezioni Lombardia, Maroni presenta la sua lista: con la Lega sportivi ed ex Pdl

Il segretario teme la dispersione di voti e "arruola" Alberoni, l'ex presidente dell'Inter Pellegrini, l'olimpionico Antonio Rossi e l'ex Atalanta Magoni

Giulio Bucchi
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  di Matteo Pandini Questa sera Roberto Maroni presenterà la sua lista civica per la Lombardia, che sarà sostenuta (tra gli altri) dall'ex presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini e dal sociologo Francesco Alberoni. Si parla anche dell'ex capitano del Milan Franco Baresi. Bocche cucite sui candidati: sono confermati quelli del canoista olimpionico Antonio Rossi e del presidente del Varese Calcio Antonio Rosati. Circolano pure i nomi del giornalista sportivo di Mediaset Marco Francioso e dell'ex sindaco di Palazzolo (Brescia) Alessandro Sala che quasi un anno fa ha abbandonato il Pdl. E poi l'ex sciatrice Lara Magoni e il giornalista sportivo bergamasco Marco Bucarelli. Più in generale, ci saranno imprenditori, altri ex berlusconiani, personalità del mondo dell'università e dell'impresa. Nelle stesse ore in cui Bobo svelerà il resto della squadra in un albergo nel cuore di Milano, l'ex senatore leghista Lorenzo Bodega sembra essere più vicino all'accordo con l'altro candidato dell'area di centrodestra Gabriele Albertini. È proprio l'ex sindaco di Milano ad agitare il sonno di Bobo. I sondaggi ritengono Albertini capace di attirare consensi in uscita dal centrodestra. Voti che potevano finire a Maroni, rendendone più agevole la vittoria. Proprio i sondaggi hanno allarmato il leader di «prima il Nord», che nelle ultime ore sembra più possibilista sull'accordo col Pdl. La scelta definitiva arriverà venerdì, dopo che Mario Monti annuncerà i suoi progetti futuri. Berlusconi e il segretario padano hanno già un incontro in agenda. «Più passa il tempo, più c'è la sensazione che andremo da soli» spera un autorevole leghista lombardo. Il fatto è che Maroni vuole aspettare anche altre novità in arrivo dal Pdl, dopo che pure Ignazio La Russa - seguendo l'esempio di Guido Crosetto e Giorgia Meloni - ha annunciato un nuovo partito federato con quello del Cav. Il tutto senza parlare di chi ha le valigie e intende seguire Monti. Insomma, con quale Pdl può allearsi la Lega? Quanto vale il Cavaliere? Gli elettori leghisti sapranno accettare l'eventuale accordo? Gli interrogativi restano sulla scrivania di Maroni, mentre il segretario nazionale Matteo Salvini sta lavorando sugli aspiranti consiglieri del Carroccio. Quelli pizzicati per la faccenda dei rimborsi, su cui sta indagando la magistratura, rischiano di terminare la carriera politica. Anche perché Maroni è furioso e ha addirittura detto di aver pensato a ritirare la sua candidatura, vista la leggerezza con cui alcuni leghisti hanno chiesto di essere rimborsati. Una mazzata che ha ulteriormente indebolito i padani. Alcuni colonnelli temono che, anche con l'accordo, la vittoria sia difficile. «I ciellini legati a Formigoni» spiega un dirigente «sceglieranno Albertini oppure Umberto Ambrosoli. E una sconfitta nonostante l'alleanza potrebbe essere mortale per la Lega». Tanto più che il suo leader finirebbe ko nella regione-simbolo del movimento. Chi continua ad attaccare a testa bassa è Salvini, che risponde a muso duro a Sandro Bondi che bolla come «fantasia» la macroregione del Nord ritenuta «irrinunciabile» da via Bellerio. «Se il Pdl lo pensa davvero, ogni discorso con la Lega è definitivamente chiuso». Almeno fino a venerdì. I veri petardi di giornata, però, sono esplosi da Roberto Calderoli contro Giorgio Napolitano. «Dovrò presentare una  richiesta di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione per aver firmato il decreto legge in materia elettorale senza aver accertato che vi fosse stata una   consultazione con tutte le forze politiche». Per l'ex ministro, «l'aver firmato il dl che di fatto consente alle improbabili forze che sostengono una improbabile candidatura di Monti premier è davvero troppo».    

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