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Pressing Pd per convincere Sala. E i dem si dividono sulla Balzani

Nicoletta Orlandi Posti
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Il pressing Pd sul commissario Expo è sempre più forte. Qualche renziano, nella processione continua degli ultimi giorni, è arrivato a promettergli addirittura che non si faranno le primarie pur di convincerlo a candidarsi a sindaco: «In tre mesi cancelliamo tutto». Lui, Giuseppe Sala, resta concentrato sugli ultimi giorni della cavalcata trionfale di Expo e spera ancora di giocare un ruolo di primo piano per il turismo italiano dopo la kermesse. «Questo argomento è tabù», ha tagliato corto ieri il commissario davanti ai giornalisti. Ma il premier Matteo Renzi non ha ancora dato una risposta ufficiale al suo progetto di «commissario dell'industra turisica nazionale», e sembra sempre più chiaro che il preferito di Palazzo Chigi per la corsa del 2016 - in assenza di un Pisapia bis - è proprio l'uomo dell'Expo. Un disegno completamente opposto a quello del sindaco Giuliano Pisapia, che nell'incontro di venerdì scorso con il premier ha fatto il nome della sua vice Francesca Balzani, un profilo di continuità amministrativa in grado di tenere unita la galassia «civica» e gli arancioni. Il manager e la donna di partito, l'uomo dell'Expo e la donna del bilancio (soprannominata dall'opposizione «lady tasse»). Un derby tra candidati che nasconde il derby tra il presidente del Consiglio e il sindaco uscente. Pisapia, secondo alcune ricostruzioni di ambienti Pd, avrebbe fatto presente al premier il rischio che una candidatura di Sala possa spaccare la coalizione di centrosinistra, con la perdita dell'ala sinistra. Ufficialmente, però, la posizione del sindaco è chiara: vanno fatte le primarie, e vinca il migliore. Anche Giuseppe Sala, se per assurdo dovesse partecipare alle primarie convocate il 7 febbraio. Un'eventualità che però non piace al commissario di Expo, il quale in ogni caso fino a dicembre sarà impegnato sull'evento di Rho-Pero. Il segretario del Pd milanese Pietro Bussolati è netto: «Non ci sarà nessun derby, oggi non ci sono candidati ma persone che hanno manifestato la volontà di candidarsi. L'incontro Pisapia-Renzi ha avviato una regia, ma non avremo 5 candidati né avremo un candidato ufficiale del Pd. Prima abbiamo aperto il lavoro sui contenuti, poi verranno i nomi». Chiosa il capogruppo Pd Lamberto Bertolè: «Chiunque firma il documento dei valori del centrosinistra può partecipare e vincere». A complicare le cose, però, ci sono gli altri due candidati già in campo: anche davanti a una possibile discesa in campo della Balzani, infatti, Emanuele Fiano e Pierfrancesco Majorino sono decisi a rimanere in campo. Lo stesso Pisapia, nell'intervista pubblicata ieri su Repubblica, li ha definiti «ottimi candidati». Nel partito, oltretutto, non tutti credono che il vicesindaco possa coagulare la maggioranza dei consensi alle primarie. Oggi, intanto, si riunirà la giunta di Palazzo Marino. Dove potrebbe presto aprirsi il caso dei due assessori candidati alle primarie: un'opzione che in molti, all'interno del centrosinistra, considerano «inopportuna» per l'amministrazione della città. di MASSIMO COSTA

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