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Arresti al Pirellone, Lega e Forza Italia: "Vogliono farci perdere Milano"

Nicoletta Orlandi Posti
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Il terremoto giudiziario colpisce all'alba i piani alti di Palazzo Lombardia. Ma l'onda politica degli arresti e delle indagini, nel giro di poche ore, si allarga subito a Palazzo Marino. Dove il centrodestra milanese, alla ricerca di un candidato che unisca la coalizione, si trova con una nuova zavorra giudiziaria proprio mentre i riflettori erano accesi sul Pd romano. «Inutile nasconderlo» dice il capogruppo leghista Alessandro Morelli, «da ora la nostra campagna elettorale sarà più in salita. Ma le gare noi le scriviamo, magari sbagliamo ma le facciamo regolarmente. Mica come Majorino che le assegnazioni le ha fatte per anni senza bando. Sentir pontificare il Pd di Penati e De Luca fa solo ridere, la sinistra è piena di condannati». Ci sarà da fronteggiare i prevedibili attacchi della maggioranza e - prima ancora che le accuse vengano dimostrate o sconfessate in sede di processo - la possibile reazione di malcontento dei cittadini di fronte ai nuovi arresti al Pirellone. La Lega, il partito più forte della coalizione, si schiera compatto al fianco di Garavaglia: «Ci mettiamo la mano sul fuoco e daremo battaglia fino alla morte per difenderlo» spiega Morelli. Ma, certo, la partita delle comunali si complica. E lo stesso Salvini, di fronte all'indagine sull'assessore, è durissimo: «Se questo è un reato arrestate anche me». Il coordinatore lombardo Mariastella Gelmini contesta le «strumentalizzazioni politiche» e si dice certa che «il lavoro della Lombardia non deve essere interrotto». Nel partito, in molti vedono più difficile la parita dopo la bomba di ieri. Nelle periferie, nei mercati, nelle strade. Giulio Gallera, coordinatore cittadino di Forza Italia, sottolinea la tempistica dell'inchiesta: «Massima fiducia da parte mia nella magistratura e vicinanza umana a Mantovani. Detto questo, stupisce il fatto che dopo il duro colpo al Pd per la vicenda romana, oggi venga emesso un ordine di custodia cautelare a Milano che giaceva da un anno. I milanesi, comunque, valuteranno il sindaco per quello che ha fatto o non ha fatto in questi cinque anni». Meno chance per il centrodestra? «Se sapremo mettere in campo un progetto credibile convinceremo la maggioranza dei cittadini» dice Gallera. «La nostra missione non cambia» chiosa il consigliere azzurro Fabrizio De Pasquale, «dobbiamo dare rappresentanza al 50% di milanesi e oltre che non si riconosce nella sinistra». Più netto il commento di Riccardo De Corato, vicesindaco per 15 anni e oggi consigliere di Fdi in Comune: «Non c'è dubbio che ci saranno delle ripercussioni sulla campagna per le comunali. Dobbiamo dare un taglio netto col passato, serve un profilo di discontinuità». Berlusconi, sabato mattina, aveva indicato in 15 giorni il tempo limite per la scelta del candidato. In tanti, dopo la bufera di ieri, sono convinti che la deadline verrà spostata più avanti. di MASSIMO COSTA

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