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L'azienda di Desio produce gli autobus che circolano in mezza Italia

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Dino Bondavalli
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Cent’anni di attività alle spalle, caratterizzati dalla capacità di trasformarsi e di evolvere tanto da segnare con la propria impronta l’evoluzione del trasporto pubblico in Italia. E un incrocio drammatico con la storia del nostro Paese e con la stagione di Mani pulite, vissuta con la speranza di veder finalmente prevalere i valori del merito e dell’onestà, ma conclusa con il più tragico degli epiloghi dopo aver preso coscienza del fatto che nemmeno quella tempesta era bastata per cambiare le regole (non scritte) del gioco.

Quella di Mauri Bus System, azienda storica nel settore della produzione e della commercializzazione di autobus per il trasporto pubblico con sede a Desio, nel cuore della Brianza Monzese, è la storia di una realtà unica. Non solo per l’ingegno e  la capacità imprenditoriale della famiglia Mauri, che ancora oggi è alla guida di questa piccola impresa famigliare nata nel 1921 come carrozzeria per la riparazione di autovetture e poi diventata una delle realtà italiane più avanzate nella progettazione e produzione di mezzi pubblici di trasporto. Ma anche per quei valori morali che ne hanno caratterizzato il destino nel corso dei decenni. E che, per la scelta consapevole di non adeguarsi al sistema di corruzione che ha avuto il proprio apice negli anni Ottanta, per poi esplodere con Tangentopoli, hanno segnato in maniera indelebile la storia del nostro Paese.

“Noi siamo nati nel 1291 con mio nonno Carlo Mauri, che iniziò l’attività con la costruzione di motocarrozzette, carrozzerie fuori serie e riparazione di autovetture”, racconta Umberto Mauri, titolare e rappresentante della terza generazione nell’azienda di famiglia. Dopo i primi anni di attività, l’approccio con quello che sarebbe diventato il core business aziendale avvenne alla vigilia della seconda guerra mondiale.

“Fu allora che nacque una prima collaborazione con ATM, l’azienda milanese del trasporto, la cui maturazione fu dopo la fine della guerra, quando l’officina si specializzò nella riparazione e rebuilding dei veicoli pubblici”, prosegue Umberto Mauri. 

Poi nel 1949, in seguito alla prematura scomparsa del fondatore, la conduzione dell’officina passò al figlio Ambrogio, allora appena diciottenne. “Mio padre proseguì per qualche anno sulla falsariga di ciò che aveva fatto il nonno, salvo poi rendersi conto che quell’attività era caratterizzata da una mancanza di continuità”, ricorda il titolare.

Fu così che negli anni Sessanta, dopo un viaggio illuminante in Svezia nel corso del quale scoprì che lassù, nonostante il clima inclemente e la neve, le carrozzerie degli autobus non arrugginivano, ebbe luogo una nuova svolta. “Papà scoprì che in Nord Europa si utilizzavano carrozzerie in alluminio, per cui una volta rientrato in Italia si ingegnò per introdurre anche qui questa innovazione. Per farlo dovette rivolgersi a un’azienda svizzera che produceva i profili in alluminio e superare l’opposizione del cliente, ma alla fine la sua idea si rivelò vincente e diede il via a una vera e propria rivoluzione”, racconta Umberto Mauri.

La carrozzeria Mauri fu la prima in Italia a realizzare carrozzerie in lega leggera per gli autobus del trasporto pubblico. E i risultati furono così convincenti che negli anni Settanta l’azienda iniziò a costruire carrozzerie per gli autobus in servizio a Milano e per i filobus in circolazione a Rimini, i primi su telai Fiat Iveco e gli ultimi su telai filoviari Volvo. 

“In quegli anni, grazie all’ingegno di papà, introducemmo anche una serie di altre innovazioni, realizzando i primi esempi di veicoli ibridi con doppio motore elettrico e diesel, i primi bus con pianale ribassato, il primo sistema CAN-Bus al mondo per autobus”, ricorda Umberto. “Poi, la cavalcata si interruppe con il periodo delle tangenti e di Mani Pulite. Papà, che non aveva mai voluto cedere al sistema delle tangenti e che per questo era sistematicamente penalizzato nelle gare di appalto, sperò che tutto sarebbe cambiato. La disillusione fu così forte che qualche anno dopo, nel 1997, si tolse la vita”. 

Il resto è storia recente. Nel nuovo millennio l’azienda ha cambiato ancora pelle, specializzandosi nella commercializzazione di veicoli speciali e su misura. Dal 2010 è distributore per l’Italia di Otokar, gruppo turco tra i leader europei nella produzione di autobus, di cui gestisce commercializzazione e assistenza. 

Una metamorfosi che ha permesso all’azienda di confermarsi come operatore di riferimento sul mercato italiano per il trasporto pubblico e privato. E di consolidare la leadership nelle forniture di nicchia di autobus di 7, 9 e 10 metri pur mantenendo le caratteristiche e le dimensioni (13 dipendenti) di una realtà famigliare. 


 

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