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Multate le auto dei volontari che portano il vaccino a domicilio: imbarazzo a Milano

Fabio Rubini
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È risaputo che quando si tratta di elevare sanzioni il Comune di Milano non guarda in faccia a nessuno. Nemmeno alla Protezione Civile impegnata nell’emergenza Covid. Succede così che nei giorni scorsi nelle sedi dei volontari di mezza Lombardia sono arrivate delle buste verdi inviate dal Comune di Milano contenenti multe a raffica. Ad essere colpiti sono stati i mezzi impegnati nella campagna vaccinale a domicilio, cioè di quelle persone che per svariati motivi non potevano raggiungere gli hub e dovevano essere vaccinati direttamente nelle loro case. 

Per raggiungerli, ovviamente, sono stati impegnati i mezzi della Protezione Civile che trasportavano sia medici e infermieri sia i vaccini scongelati. Ovvio che per perdere meno tempo ed evitare che i sieri andassero a male queste vetture hanno imboccato le corsie preferenziali per non rischiare di infilarsi nell’imbuto del traffico cittadino. Le telecamere del Comune di Milano, però, sono state impietose. E fin qui la cosa potrebbe starci, nel senso che i rilevamenti sono automatici e ci può scappare anche la multa inopportuna. Basta che poi in qualche modo si ponga rimedio al danno. 

L’inghippo però arriva proprio a questo punto. Una volta ricevute le multe il nucleo di Protezione Civile di Milano hanno fatto presente l’accaduto e in poco tempo quelle contravvenzioni sono state annullate, diciamo così, per “giusta causa”. Peggio è andato ai veicoli dei nuclei arrivati da fuori per dare una mano ai volontari milanesi. Per loro non c’è stato niente da fare. La risposta è stata impietosa: per provare ad annullare le sanzioni i sindaci dei Comuni di riferimento dovranno fare ricorso al Prefetto di Milano o al Giudice di Pace. 

Una cosa assurda che oltre al danno della multa (83 euro a botta, ma ogni auto passando più volte sotto le telecamere ne ha prese diverse, che diventano 58,10 se si pagano entro 5 giorni) configura anche la beffa di essere stati sanzionati nonostante fossero sul territorio cittadino per dare una mano ai milanesi. In totale le multe emesse e non ancora annullate sarebbero una ventina. A prenderle sono stati i mezzi dei nuclei di Protezione Civile di Settimo Milanese, Arluno, Pozzuolo Martesana, Turbigo, Opera e Locate di Triulzi. 

Saputo dell’increscioso incidente abbiamo contattato l’assessore regionale alla Protezione Civile Pietro Foroni, che dopo le verifiche di routine, ha confermato l’accaduto: «Purtroppo è tutto vero – spiega a Libero -. Ho sentito i nuclei di Protezione Civile coinvolti e mi sono preso l’impegno di scrivere al sindaco Sala e al Prefetto per cercare di evitare che si debba arrivare a presentare i ricorsi e trovare il modo per annullare le contravvenzioni senza ulteriori aggravi burocratici. È evidente che i comportamenti che hanno portato alle multe sono stati messi in atto in stato di evidente necessità. Quelle auto sono transitate nelle corsie riservate per recarsi il più in fretta possibile per vaccinare persone. Per questo spero che sia il sindaco Sala, sia il Prefetto di Milano, capiscano la situazione». 

Al momento, insomma, né dalla Regione né dalla Protezione Civile c’è voglia di fare polemica. Resta comunque la brutta figura del Comune di Milano che all’atto di dare il colpo di spugna alle contravvenzione delle sue auto avrebbe potuto inserire nella “sanatoria” anche quelle degli altri Comuni. Trattasi di questione di buonsenso, quello che spesso è difettato dalle parti di Palazzo Marino... 

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