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Beppe Sala, l'indiscrezione: "Ha fatto pace con Renzi e va spesso a Roma". Pronto a lasciare Milano per il Centro?

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Enrico Paoli
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Beppe Sala, sindaco di Milano, al centro ha sempre tenuto parecchio. Senza quello è molto diventare primo cittadino del capoluogo lombardo. Ma Sala, ora, guarda ad un altro centro, anche se in costruzione. Fra voci romane e boatos milanesi, con spifferi fiorentini al seguito, pare che Beppe (all'anagrafe, Giuseppe) stia alacremente lavorando per federare le forze di centro interne al centrosinistra, puntando a diventarne il leader. In quel caso Sala lascerebbe Milano, nella convizione di aver già dato («pure troppo»...), puntando a occupare la scena nazionale. «Un'operazione verosimile, anche se acerba», sottolinea un esponente di primo piano del governo Draghi, perché Sala «ultimanente ha preso qualche cantonata».

 

 

Al Nazareno, sede del Pd, l'adesione ai Verdi, anche se non formale, durante la campagna elettorale perle comunali e la posizione troppo nordista sul Pnrr sono andate un po' di traverso. In particolare lo scontro con Mara Carfagna, esponente di Forza Italia ma «dialogante» con il centro del centrosinistra. Ma visto che la federazione dei cosiddetti moderati non deve nascere domani, c'è tutto il tempo per far digerire la questione anche ai dem più riottosi, come il ministro Andrea Orlando. Cantonate a parte, dietro al cartello «lavori in corso», messo lì per la costruzione del polo dei moderati, s' intravedono le esperienze di Romano Prodi con l'Ulivo e quella di Francesco Rutelli con la Margherita, unici ad unire punti e virgole, anche se molto dipenderà dalla legge elettorale. Guarda caso Sala, rifacendosi allo stile del Walter Veltroni sindaco di Roma, nei giorni scorsi ha concesso un'intervista al Corriere della Sera per parlare esattamente di quello, sostenendo la necessità di tornare al sistema proporzionale.

 

 

Nulla avviene per caso. Walter venne rieletto sindaco nel 2006, per dimettersi da tale carica il 13 febbraio 2008, avendo deciso di candidarsi alle elezioni politiche dell'aprile successivo. Un indizio, certo. Ma ce ne sono altri. Sala ha fatto definitivamente pace con Matteo Renzi, leader di Italia Viva, inventore del politico Beppe. Si sono visti a Firenze, in occasione della Leopolda, dove il primo cittadino del capoluogo lombardo ha parlato del centro del centrosinistra e degli spazi da occupare, delineando un perimetro più ampio. Poi hanno cenato assieme a Milano, parlando di cosa fare da grandi. E poi ci sono i rapporti serrati con Carlo Calenda, leader di Azione, e il filo diretto con i ministri Vittorio Colao e Enrico Giovannini. Sala, quando scende a Roma, ufficialmente per occuparsi di Pnrr, va sempre a trovarli. I due esponenti del governo Draghi èvero che gestiscono il delicato dossier dei fondi europei, ma è altrettanto evidente il loro impegno sulla scacchiera delle manovre politiche.

Insomma, per costruire un centro credibile bisogna stare nel centro fisico della politica. Equi, inev i t a b i l mente, entrano in ballo questioni un po' meno politiche. All'interno del Pd, azionista di maggioranza del centrosinistra, c'è una bella fetta di democratici maldiposta nei confronti di un milanese a Roma. Primo perché devono aggiungere un posta a tavola, e di questi tempi le sedie scarseggiano, e poi per una certa idiosincrasia nei confronti dei nordici. A non veder bene Beppe non c'è solo Orlando, anche la corrente riconducibile a Gennaro Migliore non pare eccitata dall'idea. Eppure c'è un mondo pronto a sostenere la calata a Roma del sindaco di Milano, considerato «l'unico in grado» di tenere assieme, Calenda e Renzi, i Verdi e quel che resta di Leu. Ma anche di dialogare con il Movimento 5 stelle e quella parte di Fi con lo sguardo rivolto a sinistra. Da Stefano Bonaccini a Dario Nardella, governatori e sindaci di centrosinistra, Sala ha dietro di se un suo piccolo esercito. Pronto ad assaltare il centro del centrosinistra. Lasciandosi («con sua somma gioia», sibilano i maliziosi) alle spalle la Madonnina, avendo pure detto no alla corsa per le regionali della Lombardia. 

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