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Milano, che politica è quella che penalizza i nostri figli

Simona Bertuzzi
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I centri estivi sono quei luoghi bellissimi dell’infanzia che riempiono le giornate dei bimbi alla fine della scuola. E risolvono i problemi di migliaia di genitori costretti a lavorare d’estate e a concentrare le proprie vacanze in pochi giorni d’agosto. La novità è che il Comune potrebbe tagliare i posti disponibili o, nella migliore delle ipotesi, dimezzarli la prossima estate. Mancano infatti 5,4 milioni su quella voce di spesa, ha avvertito una preoccupata vicesindaco Scavuzzo, a qualcosa si dovrà pur rinunciare...

La notizia arriva pressappoco insieme alla conferma dei ritocchi sugli impianti sportivi. Nuotare, frequentare un campo da tennis o padel... Tutto costerà un pochino di più perché i prezzi dell’energia pesano per tutti figurarsi per le casse di una municipalizzata.

Avanti di questo passo chissà cos’altro salterà, se qualcuno o qualcosa non metterà un freno. Allora dovrebbero essere i genitori ad alzare la voce. A farsi sentire e protestare. Perché non è ammissibile che una città come la nostra, che è tornata a crescere e ad essere attrattiva al pari o forse più delle capitali europee, rinunci a servizi che toccano i bambini e le famiglie. Lo scorso anno erano 1144 i piccoli esclusi dai nidi. E adesso si parla di centinaia di ragazzini che potrebbero non avere un centro comunale dove andare quest’estate.

Per una famiglia di medie condizioni, dove entrambi i genitori lavorano, significa ricorrere a una baby sitter a tempo pieno, oppure prendere un periodo di ferie o aspettativa per seguire il proprio bambino. Inutile parlare di politiche per la famiglia, o lamentarsi del decremento demografico e della fuga dalle città, se non si è in grado di mettere in atto politiche di sostegno alla maternità. Se non si è in grado di tagliare ciò che si può tagliare (ciclabili per esempio?) e preservare, anzi difendere con i denti, quei servizi che fanno di una città, una grande città. E grazie a Dio (stavolta è il caso di dirlo) restano gli oratori... dove i soldi sono sempre pochissimi ma i preti non chiudono mai la porta. 

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