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Milano, la patrimoniale del tram: l'ultima follia

Massimo Sanvito

Le statistiche, si dice, sono fatte per essere smentite. Ma quando c’è di mezzo la sinistra, specie quella milanese chic da ztl perenne, la percentuale che anche solo mezza proposta sia aderente al buonsenso è pari allo zero. L’ultima follia che arriva da Sala City, lucida nel suo ragionamento e quindi ancora più pericolosa, porta ancora la firma di Marco Mazzei, il consigliere della Lista che ha il nome del sindaco nel suo simbolo. L’uomo della Milano a 30 all’ora, dei suv e dei camion da bandire, degli scooter da parcheggiare solo a pagamento e dei monopattini-cargo da usare per le consegne, ha voluto dire la sua persino sui tornelli anti-salto che Atm (l’Azienda dei trasporti milanesi) ha deciso di installare in alcune stazioni della metropolitana per porre fine alle scorribande dei furbetti, soprattutto immigrati, che si servono gratis dei mezzi pubblici h24 per 365 giorni all’anno. Una misura che gli habitué della metro, stufi di esseri i pirla che pagano il biglietto anche per gli altri, hanno visto come manna dal cielo. Non Mazzei, però.

GABBIE
«Io non riesco ad appassionarmi alle gabbie. Fin da quando questo tema dei super-tornelli è emerso nelle Commissioni e poi in Consiglio, io ho manifestato perplessità. Perché sogno una Milano che assomigli a Berlino. E, soprattutto: ci credo. Credo che possiamo diventare una comunità che non ha bisogno di blindare le metropolitane così come non ha bisogno di mettere cancelli alti per “proteggere” un parco o un’aiuola», ha scritto sui social. Il problema, dunque, non sono le migliaia di balordi che hanno fatto del salto del tornello una disciplina olimpica, che gattonano sotto i varchi o che si accodano al malcapitato di turno sfruttando la sua timbratura per volare immacolati verso le banchine. Ma le barriere piazzate per evitare, o quantomeno per contenere, i viaggi a scrocco. Ma del resto cosa può saperne Mazzei di quanto accade in metropolitana, lui che «mi sposto solo in bicicletta» perché abita in centro e le periferie chissenefrega?

 

 

Il mondo dei progressisti gira al contrario e quando si scende nei mezzanini vortica ancora più veloce: ricordate la polemica della consigliera milanese del Pd (Monica Romano, ndr) contro chi filmava le borseggiatrici nomadi attive nel saccheggio dei vagoni? Ma siccome al peggio non c’è mai limite, ecco che il consigliere ultra-green non si accontenta del liberi tutti ma va addirittura oltre. «Lo so, ci sono i furbetti. Ma oltre a loro, quante persone che non si possono permettere un biglietto lasceremo fuori dai nostri nuovi tornelli? Come possiamo rimanere sconvolti davanti alle lunghe code da Pane Quotidiano e poi gioire per questa prova muscolare ai mezzanini? Come possiamo leggere con preoccupazione delle migliaia di nuovi poveri e non vedere che è a loro che stiamo togliendo la possibilità di muoversi in città?». Dunque, quale sarebbe la ricetta Mazzei? «Farei pagare di più, anche molto di più, il biglietto a chi può e introdurrei formule agevolatissime, poco più che simboliche, per chi non può, per le molte persone che non possono». Mobilità sostenibile sì, ma con le tasche degli altri... E così la patrimoniale sul biglietto del tram è servita. «Penso che sia così che si prova a costruire una città comunità, il modello delle gabbie e dei recinti, dei muscoli e della forzalo lasciamo volentieri alla destra».

 

 

SCROCCONI
Del resto, chi non vorrebbe pagare cinque, sei o sette euro per un quarto d’ora di metro facendosi carico di coprire il buco milionario creato da chi salta da un binario all’altro perché non vuole pagare (che è diverso dal non potere visto che disoccupati e poveri sono già agevolati)? Guai a impegnarsi, come sta facendo Atm a Milano, a far pagare tutti: meglio che pochi onesti ci rimettano di tasca propria pur di non lasciare a piedi i furbetti. Dal vangelo secondo Mazzei. È tutto? Certo che no. «Il senso di comunità che è indispensabile per uscire dal dramma delle collisioni stradali è altrettanto indispensabile per gestire l’accesso ai mezzi pubblici», dice ancora il consigliere della Lista Sala. Della serie: l’auto non dovete usarla perché rischiate di investire i ciclisti e se proprio non riuscite a spostarvi a piedi o in bici, beh, prendete un mezzo pubblico e mettete una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio. Ci sarà sempre uno scroccone, a cui tendere la mano, pronto a viaggiare a vostre spese.