I Verdi provano a intralciare la vendita di San Siro, mettendo a rischio l’operazione che deve chiudersi entro il 10 novembre. Dopo quella data, infatti, scatterà il vincolo storico-architettonico sul secondo anello, che metterebbe una pietra tombale a qualsiasi ipotesi di demolizione e quindi tutto il progetto per il nuovo stadio.
«Per fermare la speculazione edilizia che denunciamo da anni servono atti concreti, non parole. Il primo di questi è fermare la vendita di San Siro» ha dichiarato Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde e presidente della Commissione Ambiente a Palazzo Marino, commentando le ultime vicende urbanistiche che hanno investito la giunta milanese. «Le nostre battaglie contro la cementificazione hanno avuto ragione» ha aggiunto «e le inchieste di questi giorni lo dimostrano. Basta con frasi vuote come “ci vuole un cambio di passo”. Servono decisioni vere».
Per Monguzzi, è necessario anche un profondo rinnovamento della giunta: «Non basta sostituire Tancredi - a cui ho espresso la mia solidarietà umana ma serve un ricambio radicale. In giunta ci vogliono assessori nuovi, in discontinuità col passato, che lavorino davvero al servizio dei cittadini».
Quanto alla vicenda dello stadio, mercoledì il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva relativa alla cessione dell’impianto e delle aree circostanti presentata dal “Comitato Si Meazza”. Al centro del ricorso l’interpretazione del vincolo storico-architettonico sul secondo anello: secondo il Comune scatterà il 10 novembre 2025, secondo il Comitato è già scattato. Quest’ultima interpretazione renderebbe impossibile il nuovo San Siro.
Per i giudici invece «le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza non appaiono implausibili». Tradotto: resta valida la data del 10 novembre fissata dalla Soprintendenza. La partita in tribunale però non è finita. «La vicenda è ancora in piedi davanti al Tar, alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e all’Anac», ha detto Luigi Corbani, presidente del “Comitato Si Meazza”. Il Comitato punterà inoltre a far riconoscere un vincolo già esistente sulla tribuna Ovest, facendo leva su un parere della Soprintendenza del 2023 che la considerava «archivio esposto» per la presenza di alcune targhe.