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Vittorio Feltri, perché le mutande di Silvio Berlusconi non ci interessano

Gino Coala
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È uscita ieri la seconda parte del film fluviale di Sorrentino dedicato a Berlusconi. La stampa patria è corsa a visionarlo supponendo di trovarci chissà che. Oggi tutti parleranno di questa pellicola raccontandoci le prodezze da materasso dell' ex presidente del Consiglio, quasi fossero novità. Capirai che emozione scoprire per la centesima volta che a Silvio piaceva (piace) la gnocca come alla maggioranza dei maschi nazionali e a una minoranza, non esigua, di donne. D' altronde anche le lesbiche hanno diritto di cittadinanza e di esercitare le proprie preferenze sessuali. In altri termini più crudi: dove è la notizia? Da oltre un quarto di secolo i media internazionali si occupano delle debolezze carnali del Cavaliere, trattandole quali affari di Stato. Ce le hanno descritte nei minimi dettagli, citando nomi e cognomi delle sue fortunate intrattenitrici notturne vere o presunte. In pratica, chiunque si occupi di vicende pubbliche e private di uomini politici ha ficcato il naso nelle mutande di Berlusconi nella convinzione che difetti e virtù del soggetto in questione risiedano negli indumenti intimi del medesimo. Per anni e anni ci siamo sorbiti narrazioni stucchevoli delle cosiddette cene eleganti di Arcore, arricchite, in fase postprandiale, da prestazioni extra menu. Leggi anche: Veronica Lario, la brutale verità di Sorrentino: "Chi era davvero l'ex moglie di Berlusconi" Per un po' pure noi ci siamo dilettati ad apprendere i particolari delle avventure che avevano quale teatro il salone delle feste di Villa San Martino. Ovvio, spiare dal buco della serratura di un personaggio potente suscita interesse. Poi però, accertare quotidianamente che un signore, la notte, invece di dormire, scopa viene a noia, in quanto ognuno di noi ha il diritto di sdraiarsi con chi gli garba, col sole splendente o con le tenebre. Ma chi se ne frega di quello che Silvio fa sotto le lenzuola? Egli avrà fatto all' incirca ciò a cui tutti noi ci dedichiamo, compatibilmente con le risorse disponibili. Che motivo abbiamo di deplorare un signore che ci assomiglia? Se aggiungiamo che delle attività serali del Cavaliere si sono occupati i tribunali di mezzo Paese alla ricerca di reati inesistenti o almeno ridicoli, va da sé che ne abbiamo le palle piene di apprendere che Silvio amava amare o, se preferite, trombare piuttosto che dormire. Ora ci mancava un film per rammentarci che costui preferiva andare a letto con una bella ragazza che non con Alfano. Difficile dargli torto. Ma non c' era bisogno di un documento cinematografico per evidenziare eventi che parecchi già conoscono e di cui hanno fatto indigestione. La pellicola di Sorrentino, talento inestimabile, risulta pertanto un noioso e scontato esercizio non meritevole di segnalazione da parte del nostro giornale, che non ne può più di registrare la quantità e la qualità degli amplessi berlusconiani, ammesso che non siano favole. Ecco perché evitiamo con cura di recensire l' opera inutile e tediosa dell' illustre regista. Il quale spese la propria abilità per girare un film su Andreotti davvero disgustoso e che danneggiò il Grande Gobbo più dei processi da cui fu alfine assolto, dopo enormi sofferenze per lui. Dove non arriva la giustizia a fare danni, giunge il cinema. Noi ci asteniamo dal dare una mano all' una e all' altro. Non siamo portati a linciare alcuno. di Vittorio Feltri

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