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Vittorio Feltri, il libro che inchioda Berlusconi e Forza Italia: perché oggi rischia di sparire

Gino Coala
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Fabrizio Cicchitto ha scritto un nuovo libro ponderoso che io, pur non avendolo letto interamente, ma interamente annusato, squarcia il velo sulle vicende di Forza Italia, dai fasti iniziali fino al mesto presente. È un testo documentato che riflette in parte anche la mia esperienza come direttore del Giornale ereditato da Indro Montanelli per volontà di Silvio Berlusconi, fondatore estemporaneo di un partito che sostituì la Democrazia Cristiana dopo la morte violenta del Caf, provocata da Mani pulite, la famosa o famigerata inchiesta che distrusse la prima Repubblica senza crearne una seconda decente. Cicchitto è un fine analista, anzi un grande storico, della politica. La sa raccontare da maestro e da maestro la interpreta, però non la sa fare perché a lui interessa di più la teoria rispetto alla pratica. Eppure chi vuole capire cosa sia successo negli ultimi 25 anni deve leggere il suo volume: "Storia di Forza Italia, 1994 - 2018". Lo raccomando dal basso della mia modesta esperienza a chiunque non sia indifferente ai destini della cosa pubblica di questo vituperato Paese. Ho vissuto anche io il periodo in cui Silvio mise al mondo la sua creatura. Fui ospite a casa sua durante la fase iniziale, quella della gestazione che sfociò nell' esordio del partito. La mia fu una presenza marginale che tuttavia merita di essere citata. Silvio mi interpellò per sapere se avessi gradito il mio passaggio dall' Indipendente al Giornale. Leggi anche: Berlusconi, campagna elettorale atomica: "Verrebbe asfaltato, quindi...". La voce, come fregherà tutti Poi parlammo di vari argomenti collaterali. Mi chiese un consiglio: chi porresti a capo del mio nuovo partito? Martinazzoli o Segni? Roba vecchia, risposi. Il capo è bene che sia lei. Prenda personalmente in mano la pratica e otterrà buoni risultati. Ne era evidentemente già convinto tant' è che mi ascoltò. Fui assunto alla direzione del Giornale e il resto è noto. Forza Italia vinse le elezioni per un pelo. Il governo durò pochi mesi, ma si aprì la stagione del bipolarismo. Cicchitto si aggregò nel 1997 e interpretò il ruolo del faro insieme ad altri numerosi intellettuali, da Pera a Melograni e a Urbani, che successivamente furono giubilati perché troppo intelligenti per farsi dominare dal Cavaliere. Il quale non ha voglia di governare, preferisce regnare e se ne fotte di quel che accade in Italia. O meglio non riesce a incidere nella realtà della patria. Fabrizio lo ha intuito subito benché abbia resistito a lungo a fianco del monarca di Arcore. Il viaggio nella democrazia degli Azzurri è cosa nota. Non serve una descrizione dettagliata. Fabrizio ha tentato in ogni modo di raddrizzare la barca suggerendo a Silvio la rotta, ma non sempre è riuscito, anzi mai, a guidarlo. Berlusconi è così. Se ne trova uno bravo se lo toglie in fretta dalle scatole, se invece becca un cretino non lo molla più. E l' esito delle sue sciagurate scelte delle persone di cui contornarsi non è esaltante. Cicchitto essendo un genio viene considerato da Silvio un coglione. Pertanto invito caldamente il fenomenale fondatore del partito in questione a leggere la fatica letteraria dell' ex radicale e ex socialista, stimato da Craxi, allo scopo di scoprire gli errori commessi che lo hanno ridotto a capeggiare una formazione politica minoritaria, per quanto non ancora defunta. Forse esagero nei giudizi negativi, infatti ammetto di essere stato sempre un tifoso di Cicchitto, forse perché anche io, nel mio piccolo, ho militato nel Psi in età acerba. Avevo 18 anni allorché divenni segretario della federazione socialista di Bergamo, carica che lasciai presto per dedicarmi al giornalismo, che preferivo alle menate politiche. Oggi leggendo le pagine del compagno Fabrizio ho una punta di nostalgia e non posso fare a meno di apprezzarle per la loro profondità, assai lontana dalle banalità rivoltanti che mi offrono i commentatori odierni delle faccende nazionali. Un' ultima informazione: la Storia di Forza Italia, 374 fogli, editore Rubbettino, si vende in libreria a 24 euro. Buona lettura. di Vittorio Feltri

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