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Vittorio Feltri e la crisi: "Conte premier? Mi risulta che Zingaretti...". L'ultima speranza

Giulio Bucchi
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Mi viene il male di pancia a dover ancora trattare la questione della crisi di governo, e immagino che lo stesso disturbo prenda coloro che, sventurati, mi leggono. La giornata di ieri è stata turbata da una notizia sconvolgente. Questa: il prossimo premier sarà Roberto Fico. Non volevo crederci. Un esecutivo del Fico secco sarebbe stata una iattura sconvolgente. Pare invece che il pericolo sia stato superato: il presidente della Camera ha compiuto un passo indietro con una dichiarazione esaustiva che si può riassumere con una frase latina, e cioè "hic manebimus optime". Che significa una cosa semplice: Fico sta bene dove è, ossia al vertice di Montecitorio, che gli garantisce una cospicua retribuzione, privilegi principeschi nonché una vita tranquilla. Si può concludere che questo signore non è affatto stupido se si tratta di scegliere la poltrona più comoda. Gli facciamo i nostri complimenti. Ma se costui rifiuta Palazzo Chigi chi ci andrà al posto suo? Conte? Forse. Tuttavia mi risulta che Zingaretti non desideri vederlo neppure in fotografia. La vicepresidente della Corte costituzionale, signora Marta Cartabia, ha espresso la volontà di rimanere al suo posto e di non accettare altri incarichi per quanto prestigiosi. Insomma ella respinge l' ipotesi di fare il primo ministro. La capisco. È una donna di classe, intelligente, e l' idea di tuffarsi in politica non le aggrada. La nostra stima nei suoi confronti aumenta quotidianamente. A questo punto permane un rebus: chi sarà il temerario che si offrirà in sacrificio onde salire al trono della presidenza del Consiglio? Solo un pazzo scatenato potrà mettersi a disposizione di due partiti allo sbando quali Pd e M5S. Non ci resta che attendere stasera, quando i politici interessati a menare il torrone italiano saranno costretti a stringere un accordo e sottoporlo al giudizio severo del Capo dello Stato. Il quale se non sarà convinto del progetto avrà solo una soluzione a portata di mano: sciogliere il parlamento e indire elezioni anticipate. Troppo bello per essere vero. Ma non si sa mai. Sperém. di Vittorio Feltri

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