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Valeria scende in campo:"Mi manca Berlusconi"

La Marini sul set di un film sulla crisi in Sardegna: "Con lui si voleva costruire, oggi dobbiamo solo pagare"

Matteo Legnani
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  Siamo in Sardegna, sul set di E io non pago, diretto da Alessandro Capone e prodotto da Andrea Iervolino, che hanno scelto questa location per raccontare una dissacrante fotografia sul terribile tema attuale: tasse, Ici...e rotture di scatole. Nato da un soggetto di Jerry Calà, parla di un integerrimo maresciallo della finanza (Maurizio Mattioli) che, con il suo brigadiere (Maurizio Casagrande), hanno il compito di scovare  gli evasori fiscali in vacanza. Puntano su Fulvio (Calà) ex compagno di scuola del maresciallo e proprietario, con qualche pecca di un noto locale  frequentato anche dai politici.  Tra raggiri, in cui viene coinvolta una giovane estetista (Cosetta Turco) e il cattivo di turno, Enzo Salvi, le riprese continueranno ancora per un mese. Intanto, mentre chiacchieriamo a bordo piscina, gli sguardi degli uomini vanno in una sola direzione: arriva Valeria Marini. Un vero schianto in costume da bagno.  Vedendola così felice e rilassata la prima  domanda è d'obbligo: Valeria è vero che si sposa? Lei si  toglie gli occhiali da sole, sorride e risponde: «Sì, mi sposo (lui è l'imprenditore Giovanni Cottone, ndr), Ora so che è la scelta giusta». Valeria, parliamo del suo ruolo nel film. Quello di una splendida maga. «Un personaggio divertente. Faccio pozioni e magheggi per sedurre e circuire i finanzieri. Ma sono una seduttrice ingannevole e una finta cartomante-maga. Mi presento come una donna glamour, ma  con i miei tre assistenti parlo in stretto dialetto sardo, una lingua a parte e nel  film verrà sottotitolata. Ogni giorno questa storia prende sempre più spessore e punta sui nostri fatti quotidiani». Come i controlli da parte della finanza? «Personalmente non ho niente contro la Guardia di Finanza, ho sempre pagato le tasse fino all'ultimo euro. E continuo a farlo anche oggi. Ho un  fratello molto severo che fa il commercialista. Anzi, su questo argomento vorrei fare una smentita». Dica... «Un po' di tempo fa ho rilasciato un'intervista. Alla domanda: come vivi la crisi? non ho risposto: a me la crisi non tocca. Ho solo detto che cerco di reagire, che è tutto un altro discorso. In questo difficile momento evito di  farmi spaventare dalle notizie che stanno terrorizzando anche il mondo dell'economia. La verità è che per  noi, ci sono solo tasse da pagare e meno lavoro.  Bisognerebbe dare agli italiani una realtà migliore». Parla come un politico. «Fare politica è una missione importante che non si può improvvisare. Se dovessi pensarci, sarei la prima a lasciare tutto per  prepararmi nel modo migliore». La sua stima in politica a chi la dà? «La rinnovo a Berlusconi. Prima c'era un clima diverso, si voleva costruire. Quando è caduto il Governo al nostro presidente sono state date tutte le colpe, senza riflettere che i problemi erano ancora quelli della prima Repubblica. Ha cercato di risolverli nelle varie legislature e  per l'Italia ha fatto tanto». Un errore? «Forse l'unico che ha fatto è stato quello di prestare il fianco alle maldicenze. Non doveva accettarlo».  

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