Il ritratto di Silvio

Lo statista battute e bandanache ci ha cambiato per sempre

Eliana Giusto

"Dopo 18 anni si torna indietro, se non alla prima Repubblica, a qualcosa che le assomiglierà molto. Perché su un fatto tutti, anche i non berlusconiani, anche i D’Alema, i Bersani, i Fini, e lui, Renzi, dovrebbero convenire: il Cavaliere ha cambiato modo di fare politica. In tutti i sensi, e cominciando addirittura ancor prima di scendere in campo". Mattias Mainiero, su Libero, ripercorre la storia politica del Cavaliere. Dalla sua prima mossa, quando nel 1993 disse apertamente di appoggiare Gianfranco Fini per le comunali di Roma. A guardarla oggi, scrive Mainiero, "dopo diciotto anni, ci dà la misura del Berlusconi politico, di chi ha la vista un po’ più lunga degli altri. Di chi, in cuor suo, ha già deciso, e lavora per le alleanze, tesse, organizza. Come quella volta a Milano, giornata del predellino, nascita di un nuovo schieramento che scompagina il quadro politico. Come le tante volte che non ha voluto rompere con Casini, che pure puntava i piedi. Come il legame, stretto, con la Lega di Bossi, che pure aveva tradito affossando quasi sul nascere il primo governo del Cavaliere". Inizia così il ritratto di Silvio Berlusconi, firmato da Matias Mainiero, su Libero in edicola oggi. Il Cav lascia, da prima punta del Pdl diventa regista. Niente sarà più come prima. Ma chi è, Berlusconi? E' stato il primo vero rottamatore. Lui ha rottamato la prima Repubblica. Lui, continua Mainiero "innovò. Ma senza dirlo. Semplicemente facendolo".  Ma il Cavaliere non è morto. E magari ci ripenserà. Di certo c'è che lo statista "battute e bandana" ci ha cambiato per sempre, ha fermato guerre, avvicinato Usa e Russia e reso il nostro Paese più moderno. E' stato il nuovo contro il vecchio. Ha sbagliato tanto, ma resta un numero uno. Leggi l'articolo integrale di Mattias Mainiero su Libero in edicola oggi, giovedì 25 ottobre