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Sallusti a Mattino 5: "I colleghi sono tutti degli infami"

Alessandro Sallusti

Al direttore del Giornale non va giù "il gioco sporco sulla mia vicenda" fatto da molti colleghi. Il Fatto Quotidiano in testa

Roberto Procaccini
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  “I colleghi sono degli infami, dovrebbero vergognarsi di quello che stanno scrivendo". All'indomani della notifica di arresto ai domiciliari, dopo aver battagliato con la "casta" dei giudici prima e con quella dei politici poi, Alessandro Sallusti individua un nuovo nemico: la categoria dei giornalisti, Marco Travaglio in testa. Colpevole, agli occhi del direttore, di star giocando sporco sulla sua vicenda: "Dovrebbero giocare con le loro vite invece che con la mia". Sallusti non gira intorno al punto e cita una per una le tesate che nel mirino: "Il Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano, la Repubblica - dice il direttore ospite di Mattino 5 -. La Stampa ha fatto una cosa vergognosa: ha pubblicato una mezza pagina raccontando il lusso della presunta casa in cui dovrei andare a trascorrere i 14 mesi di domiciliari. I giornali - conclude - questa mattina trasudano odio nei miei confronti, compiacimento per quello che mi è successo e ironia sul fatto che invece di andare a San Vittore probabilmente starò a casa". Diritto di satira - "Odio, compiacimento, ironia": tre indizi fanno una prova e portano diritto a Travaglio e al suo editoriale di oggi sul Fatto Quotidiano (E adesso, pover'uomo?). Qui il Sallusti ai domiciliari in casa di Daniela Santanchè ("Olindo e Rosa saranno l'uno la punizione dell'altra - scrive il vicedirettore - lei però, per sua fortuna, può uscire") è raffigurato come un pensionato "inutile e depresso" per la nullafacenza obbligatoria. Neanche un pensionato qualsiasi, ma il Paolo Villaggio di "Fantozzi va in pensione". E allora per Travaglio il Sallusti ai domiciliari è uno che si chiede "Cazzo, e che faccio qui tutto il giorno?", che sarebbe "pieno di idee e di dossier farlocchi" ma che deve leggere il suo Giornale "senza di lui perfino migliorato". "Zio Tibia" ai domiciliari è un uomo vuoto che litiga con la colf filippina, che importuna "il venditore del Folletto", il "postino" e il vicino di casa "in carrozzella". Che chiama in maniera inopportuna nella redazione della testata che dirige ("La segretaria - si legge -: Sallusti chi? Qui non risulta nessun Sallusti? Non ci riprovi, altrimenti la denuncio per stalkig"). Per Travaglio è un uomo così depresso da contattare lui i Testimoni di Geova.  

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