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Laura Boldrini ha fretta di mandare Giancarlo Galan in galera

Andrea Tempestini
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Pazienza se Giancarlo Galan è in un letto d'ospedale, immobile, rischia un infarto o un'embolia. La presidentessa dal pugno di ferro vuole che si voti subito per l'arresto dell'ex governatore del Veneto coinvolto nella vicenda Mose, senza concedergli il diritto di difendersi in Aula. Quando ieri si è deciso per un rinvio (il voto è slittato al 22 luglio), Laura Boldrini ha auspicato che fosse un rinvio stabilito «in maniera ultimativa e indifferibile». Pazienza se intanto il “collega” è incollato a un letto d'ospedale, a lottare contro una grave tromboflebite, e non ha certamente alcuna intenzione o possibilità di darsi la macchia. La sete di manette è troppa. Bisogna agire e alla svelta. La Presidente della Camera ieri ha ricostruito tutta la vicenda Galan, escludendo da subito un rinvio «sine die», data la premessa che fosse improbabile che «un rinvio con questo quadro clinico serva a assicurare la presenza di Galan in aula». Alla fine, prendendo atto del fatto che «la stragrande maggioranza dei gruppi sono a favore di concedere qualche altro giorno», la Boldrini non ha potuto fare altro che cedere e avallare perché il voto si svolga martedì prossimo. Poco compassionevole anche Beppe Grillo che, su Facebook, scrive: «Si sarebbe dovuto votare per l'arresto del deputato Galan. E invece, poco fa, questa triste notizia», riferendosi al rinvio deciso su istanza degli avvocati difensori dell'ex ministro berlusconiano, che però speravano in più tempo. La sfortuna di Galan aveva toccato l'apice una decina di giorni fa, quando il parlamentare, già indagato, era scivolato mentre lavorava nel giardino di casa. Una brutta caduta, che gli era costata la frattura di tibia e perone. Con il gesso, soluzione indispensabile, erano arrivati gli altri guai. Galan è diabetico, pertanto maggiormente esposto a problemi di circolazione. E i problemi erano aumentati, diventando complicazioni a livello cardio-circolatorio. Dopo qualche giorno, il responso dei medici è stato categorico: ricovero immediato e massima allerta per l'alto rischio che la tromboflebite diagnosticata possa sfociare in un'embolia o in un infarto. Pertanto, 40 giorni di immobilità, finché leverà il gesso. Nessuno è contento della decisione. Anche Antonio Franchini, l'avvocato dell'ex ministro, è amareggiato, ma dal suo punto di vista per «un rinvio così breve, di soli sei giorni, che non ha nessun senso logico. Per quella data saremo esattamente punto a capo, come adesso. È ridicolo», ha proseguito il legale, «alla Camera hanno certificati medici che dicono che Galan non può camminare per 45 giorni, periodo in cui deve stare con la gamba in estensione per evitare un embolo». Oltretutto l'ex governatore non è neanche a Roma. Si trova ricoverato in terapia intensiva nell'ospedale di Este. L'altro punto sul quale gli avvocati si impegnano è l'incompatibilità del regime carcerario per Galan, il cui bisogno di cure continue non cesserà con i 40 giorni di ricovero. I difensori hanno depositato la richiesta di arresti domiciliari in ospedale, sulla base di una corposa documentazione medica, ma il gip di Venezia prende tempo con un'ordinanza di «non luogo a procedere». Perché, secondo il giudice, l'ordinanza di custodia cautelare «è sospesa» in attesa del voto della Camera e lui preferisce lasciare tutto nel freezer. «Il gip sbaglia», ha replicato il collegio di difesa, annunciando che ricorrerà in appello. Il giudice, però, ha fatto sapere che deciderà se concedere i domiciliari solo dopo che la Camera si sarà espressa con il voto. Tutti fermi fino a martedì prossimo, quindi. Salvo soprese. di Roberta Catania

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