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Passera: un nuovo partito, ma solo dopo il voto

Giulio Bucchi
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Fonderà un partito, ma dopo il voto: sai mai che rischiasse il maxi-flop. Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, tra gli assenti eccellenti della prossima tornata elettorale, ha scelto il Wall Street Journal per rivelare i propri progetti. Ambiziosi, ma con cautela. Come scrive Paolo Mastrolill su La Stampa, secondo l'ex boss di Intesa Sanpaolo, Passera intravede lo spazio per creare un partito europeista e moderato. L'obiettivo è semplice: approfittare dell'esito incerto del voto del 24-25 febbraio, sfruttare un inciucio Monti-Bersani dalla vita necessariamente breve e presentarsi, questa volta sì, alle urne alla prossima tornata, magari tra pochi mesi.  Riforme e fisco - Il programma di Passera, che sarebbe anche quello di un'eventuale asse Pd-Centrino, girerà intorno al rafforzamento delle riforme già avviate, a cominciare da quella del lavoro con migliorie al sistema del praticantato. "Possiamo offrire più vantaggi fiscali alle compagnie, e più addestramento sul lavoro", ha spiegato Passera a margine del World Economic Forum di Davos. C'è poi il capitolo della spesa pubblica: "Non puoi riformare l'amministrazione pubblica di un paese in dodici mesi. Lo puoi fare solo nel medio e lungo periodo. Non è una cosa che si può realizzare a pezzi. Dobbiamo ripensare l'intera macchina", e per questo secondo Passera non è bastato il governo tecnico né basterà l'eventuale governicchio o grande coalizione. I temi forti, poi, saranno riforma fiscale e incentivi agli investimenti. "Abbiamo bisogno che questa campagna elettorale si concentri di più sui temi concreti: prima e più accade, e meglio è". Passera non ci sarà, ma solo per questa volta.

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