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Robin Williams, è stata una forma gravissima di demenza a spingerlo al suicidio

Matteo Legnani
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Non è stata la depressione a spingere al suicidio l'attore Robin Williams, morto nell'agosto 2014 all'età di 63 anni. A dirlo è la vedova di Williams, Susan Schneider, che dopo mesi ha deciso di rompere il silenzio sulla tragica fine del marito con una lunga e drammatica intervista concessa alla ABC News. Williams soffriva di una forma di demenza chiamata DLB (Dementia with Lewy Bodies), della quale la depressione è "solo uno dei 50 sintomi e uno dei minori" ha detto la Shneider. L'attore di "L'attimo fuggente" e di "Hook" è stato colpito dalla malattia circa un anno prima della morte. La DLB è la seconda più diffusa forma di demenza dopo l'Alzheimer e causa allucinazioni, cambi dello stato mentale repentini e difficoltà motorie. Sintoni che, ha spiegato la vedova "si presentano all'improvviso e senza un preciso ordine". Nei mesi precedenti il suicidio, Williams ha sofferto di attacchi di ansia, rigidità muscolari e motorie a causa delle quali un giorno  ha sbattuto contro una porta procurandosi una profonda ferita alla testa. Solo l'autopsia ha permesso di stabilire quanto compromessa fosse la salute mentale dell'attore.

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