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Il fedele "Confa" racconta Berlusconi:il vero piano sul Milan e quella frase...

Lucia Esposito
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Fedele Confalonieri parla di Silvio Berlusconi e soprattutto del Milan. E mette in guardia: "Non è in politica che si vede il vero Berlusconi". In un'intervista al Corriere della Sera, il fedelissimo del Cav spiega che  "Berlusconi genuino non è quello che si trucca per la tv e che si muove nel Palazzo dove ci sono regole che mai ha compreso appieno. Il Berlusconi autentico si vede nel privato, nell' impresa. E nel calcio".  Confalonieri spiega come il calcio sia entrato nella politca e ricorda quando il Cav vendette Kakà e migliaia di elettori scrissero il nome del giocatore sulla scheda per dire a Berlusconi: "Hai fatto lo stemegna, lo sparagnino? E allora ti puniamo". E ribadisce che Silvio non prese il Milan per la politica ."Ricordo che il giorno in cui ci anticipò di voler acquistare il club, da tifoso rossonero mi dissi subito d' accordo. Adriano Galliani, che conosceva il mondo del calcio, temeva invece l' opacità dei conti societari e cercava di dissuaderlo". Il Confa spiega il giorno in cui Silvio comunicò a lui e a Dell'Utri che voleva ufficializzare l'acquisto del Milan: "Con Marcello Dell' Utri ci abbracciamo e urlammo come fosse stato un gol. Che tempi... Il pomeriggio del 20 febbraio del 1986 firmammo le carte per il passaggio di proprietà nello studio di un commercialista interista, Pompeo Locatelli. La sera volammo a Parigi per l' inaugurazione della Cinq". Il piano di Silvio - Ricorda ancora il piano di Silvio sulla squadra: "Dovremo diventare il club più forte del mondo e giocare il calcio più bello del mondo". E ricorda: "Con i giocatori agiva come con le dive dello spettacolo: trattava di persona. Fu così per il suo primo colpo, Roberto Donadoni, dall' Atalanta. Allora non era mica facile. Nel calcio vigeva una sorta di ius primae noctis juventina. Sì, insomma, Gianni Agnelli aveva il diritto della prima scelta. Ma Berlusconi prese Donadoni".  Il Cav e i soldi - Confalonieri spiega che c'è un mito da sfatare. "Berlusconi è uno attento ai soldi, altro che uno spendaccione. E infatti noi, suoi amici ma anche tifosi, alle volte abbiamo dovuto provocarlo. Per comprare Alessandro Nesta, insieme a Galliani facemmo come nel film di Hitchcock "La congiura degli innocenti". Dopo una partita di qualificazione alla Champions complottammo per convincere Silvio. Lui era all' estero per un vertice politico. Gli raccontammo che il Milan aveva preso gol su rimessa laterale, che la difesa andava rinforzata se volevamo vincere ancora. Così aprì il portafogli e prese Nesta dalla Lazio". Ricorda la frase urlata a Belrusconi nel 1988 quando vinse il suo primo scudetto: "Diversamente da Agnelli, che vinceva ed era popolare, ma era avvertito con distacco. Non credo che all' Avvocato sarà mai capitato ciò che toccò a Berlusconi, il giorno in cui il suo Milan vinse il primo scudetto nel 1988. Accadde in trasferta, a Como. Fuori dallo stadio un tifoso saltò sul cofano della sua auto e gli gridò: "Silvio, bella figa".  Il piano - Ma dopo aver parlato molto di passato, Confalonieri guarda avanti e svela le intenzioni di Berlusconi sul Milan:  "Silvio è deciso ad andare avanti. Con mister Bee o con un mister C, lui vuole tornare in alto con il Milan. Le sue arrabbiature, le sue ingerenze stanno a dimostrarlo".

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