Neosenatore

Scilipoti rieletto: "Mi dispiace per Fini e per Di Pietro"

Giulio Bucchi

Chiamatela amarezza privata, chiamatela difesa di corporazione (anzi, di Casta): sta di fatto che Domenico Scilipoti, il peone per eccellenza della politica italiana, sente già la mancanza di due big dei Palazzi romani rimasti trombati nel voto del 24 e 25 febbraio, Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro. Intervistato da Radio Capital, il deputato ex Idv e Responsabili, candidato al Senato in Calabria con il Pdl ed eletto grazie alla "rinuncia" del capolista Silvio Berlusconi, non ha nascosto la propria gioia per la riconferma, sia pure un po' tortuosa: "Sono soddisfatto, me l'aspettavo". E quando gli chiedono dei suoi ormai ex colleghi rimasti fuori, ammette: "Mi dispiace per Di Pietro, mi dispiace anche per Fini, dal punto di vista politico ha dato tanto". Ora, senza maggioranza certa, cosa ci attende? Lo scioglimento delle camere e la fine della legislatura prima ancora che cominci veramente? "Chi parla di ritorno al voto secondo me non ama molto l'Italia. La politica è l'arte della mediazione per trovare soluzione nell'interesse del paese".