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La Pellegrini si confessa:Medaglie? Penso solo a divertirmi

La campionessa si racconta: "Quest'anno mi riposo, nuoto una sola volta al giorno, ora ho la testa sgombra

Lucia Esposito
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  di Francesco Perugini «Non mi pongo nessun obiettivo se non quello di divertirmi». Dopo una vita in acqua a inseguire medaglie tra tensioni e sofferenza, Federica Pellegrini ha scoperto a Milano la gioia di nuotare. Così, tanto per vedere l'effetto che fa. E l'impressione è stata ottima: 2'10”99 nella sua primissima volta nei 200 dorso (venerdì), ieri un buon 1'01”79 nei 100. «E dire che speravo di andare sotto gli 1'02”50», confessa Fede raggiante al termine del suo Trofeo Città di Milano. Federica, allora il dorso non è così male? «In realtà nasco dorsista da piccolissima. Poi ho cambiato perché a pancia in giù andavo più veloce. Ma è uno stile che mi piace, è molto elegante: alla fine dei conti è come lo stile libero, solo al contrario. Cambiano le prospettive, ma il succo della gara è quello». Come va l'adattamento al nuovo stile? «Devo migliorare gli aspetti più tecnici, come la partenza e le apnee nelle quali devo tenere la testa alta. Ma per il resto mi hanno detto che nuoto abbastanza bene». Prima nei 200, seconda nei 100 dietro la Barbieri ma davanti alla Zueva (argento a Londra). Come ti guardano le nuove avversarie? «Più che altro sono molto divertite, non so se lo fanno per prendermi per il culo...». E le altre azzurre non sono arrabbiate per l'invasione di campo? «La compagna con cui ho più confidenza è Elena Gemo: è dell'Aniene come me, siamo grandi amiche. Lei è una di quelle che si diverte di più». Magari puoi chiederle qualche dritta? «Sinceramente non voglio, sto cercando di imparare bene da sola». Non è che ci stupirai ai Mondiali di Barcellona? «Non penso a una medaglia, lavoro un passo per volta. Prima di tutto tra un mese agli Assoluti devo trovare il tempo di qualificazione (2'09”50), anche se nessuno si aspettava un 200 così già adesso». E Lucas che ti segue dalla Francia che dice? «Dopo i 200 mi ha detto che ero andata molto bene, ma più che altro si è preoccupato degli allenamenti di questa settimana. Mi ha chiesto se avevo fatto tutto preciso. Magari sentirsi dire un “brava” ogni tanto non sarebbe male (ride, ndr). Ma lui è così». In attesa di raggiungerlo a Narbonne, continui con la tua nuova vita a Verona... «Fino a Barcellona resterò un po' più tranquilla. Vado in acqua una sola volta al giorno, poi a correre in pista o in sala pesi. L'attività fuori dalla vasca è molto tosta, così come quella in piscina». Quindi questo anno ha poco di “sabbatico”? «Il mio preparatore Matteo Giunta mi ha cambiato il mondo. E ne sto sentendo i benefici (è anche molto più magra, ndr). Negli ultimi anni il mio fisico non rispondeva alla vecchia tipologia di preparazione, dovevo cambiare». Ti serve solo più serenità? «Io sono sempre stata serena, poi gli stress fuori dalla vasca ti scombussolano un po'. Negli anni ho imparato a trovare un equilibrio. Nuotare una volta sola al giorno leva tanti pensieri dalla testa. E anche in acqua, pur facendo allenamenti molto intensi, lo stile diverso mi dà più leggerezza». Un impatto pesante ha avuto invece nella Federnuoto l'annuncio della tua partenza per la Francia...  «Ha creato un po' di stupore, ma io ho fatto di tutto per portare Philippe a Verona. Gli abbiamo offerto una cifra molto alta, ma lui non ha accettato soprattutto per una scelta di vita. Io lo seguirò di sicuro a settembre, Filippo (il fidanzato Magnini, ndr) non ha ancora deciso. Perché voglio tornare ai miei tempi, a quelli prima del 2012. A costo di andare in un posto come Narbonne». Hai sentito Giovanni Malagò dopo l'elezione a capo del Coni? «L'ho chiamato io, era senza voce. Tra di noi c'è un affetto che va oltre le cariche di presidente dell'Aniene e di atleta. Se è l'uomo giusto per lo sport italiano? Secondo me sì». E la gara “giusta” per Federica, i 200 stile, sono proprio nel cassetto? «No, se agli Assoluti sarà in mezzo al dorso, farò solo la prima frazione della staffetta. Altrimenti proverò la gara individuale. A Barcellona farò la 4x200 e, se mi qualificherò, sia 100 che 200 dorso. Si tratta di una gara talmente nuova per me che non so neanche quali margini di miglioramento posso avere. Ma per ora va bene così». Tanto per pensare alle medaglie di Rio 2016 ci saranno tre anni: una vita da passare in Francia.      

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