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La grillina Grande ora ci insulta: "Stalker, pennivendoli". Ma non chiarisce

Marta Grande

La Nilde Iotti a 5 Stelle dice la sua sulla questione delle lauree. E si scaglia contro i giornalisti, "colpevoli" di far luce sugli studi di un Deputato

Andrea Tempestini
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  La "cittadina" Marta Grande esce dall'angolo e parla col demonio, i giornalisti. Sul caso delle sue lauree e del loro valore legale si è scatenato un putiferio. Così la grillina che vuole essere la nuova Nilde Iotti, donna alla presidenza della Camera, dice la sua. E attacca Libero. La colpa di noi "pennivendoli" (ci definisce così)? Aver cercato di fare chiarezza sui suoi titoli, come è stato con Oscar Giannino prima e Guido Crosetto poi. E il quadro non è limpido. Già, perché nel curriculum - prontamente modificato - Marta Grande definiva "laurea" un titolo di studio che in Italia non viene considerato tale. E questo è un fatto, a prescindere dalle eventuali "lacune" del sistema di riconoscimento di titoli accademici in Italia. Gli insulti della grande moralizzatrice - Nel resto dell'articolo vi diamo conto delle spiegazioni della Grande, ma ci preme partire dagli insulti che la grande moralizzatrice a cinque stelle ci rivolge. "Voglio cogliere questa occasione e concedermi il lusso di fare alcune considerazioni di carattere umano prima ancora che politico, poiché ne sento la necessità e anche e soprattutto in virtù del ruolo che sono stata chiamata a ricoprire. In questi giorni, con tutta me stessa, ho tentato di mantenere un profilo basso, sottraendomi alla gogna mediatica cui sono stata sottoposta. Ho dovuto leggere ed ascoltare di tutto, sfuggendo come meglio ho potuto ad un vero e proprio stalking da parte di giornalisti (o sedicenti tali), fotografi e cronisti". La signora Grande, parlamentare della Repubblica, da buona adepta del grillismo vuole che di lei, semplicemente, non si parli. I giornalisti che lo fanno sono "stalker" (un aggettivo che già ci accollò Italo Bocchino). Ovvio che nel caso in cui un deputato non faccia chiarezza circa i suoi titoli di studio e rifiuti le spiegazioni (fino ad oggi), la stampa si concentri sulla sua figura. Ma tant'è. Mezze spiegazioni - La grillina Marta Grande, sui suoi titoli accademici, ha precisato: "In relazione a quanto riportato da un recente articolo comparso sul quotidiano Libero, dove si insinuano illazioni sulla veridicità dei miei titoli accademici, ritengo sia necessario fare un pò di chiarezza". Ed eccola, questa chiarezza: "In nessun luogo ricordo di aver discusso in merito alla validità o meno della mia laurea conseguita in USA, di quanto o come questa possa avere una validità legale nel nostro paese". Noi, però, ripetiamo: allora perché sul suo curriculum definiva "laurea" quel titolo? E ancora: Ho conseguito una laurea Bechelor of Art in Alabama, cui si accede dopo aver superato un esame dopo le scuole superiori. Un documento del consolato di Miami attesta a chiare lettere che il titolo ha valenza, cosa del resto ovvia, sul territorio statunitense ed offre la possibilità di continuare gli studi iscrivendosi ad un master di primo livello". E su quello italiano, chiediamo noi? Manca la tesi... - Quindi Marta Grande continua nella sua tirata: "Altra cosa è il corso (non master, come erroneamente ha riportato certa stampa) che quest'estate ho seguito a Pechino, sempre in studi internazionali. Attualmente sono iscritta al corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l'università degli studi Roma Tre, per il conseguimento della quale - precisa - devo solamente discutere la tesi, cosa che per la verità avevo preventivato di fare poche settimane prima della mia elezione alla Camera e che per ragionevoli motivi ho dovuto posticipare, mi auguro solo di qualche mese". Insomma, ne deduciamo, la laurea non ce l'ha (ma questo, più o meno, lo aveva già detto). Anche loro stalker? - Per inciso - lo riferiamo alla grande moralizzatrice Marta Grande - sul sito www.movimento5stelle.it è in corso una discussione proprio sui suoi titoli di studio. E i toni sono tutt'altro che assolutori. C'è chi chiede spiegazioni, chi scrive che "la cosa grave non è che abbia fatto un corso di 63 ore negli states, ma che abbia tentato di spacciarlo come una laurea come si legge chiaramente dal cv presente su internet", chi le ricorda che "più tempo passa, meno sarà credibile l'eventuale giustificazione" e chi punta il dito contro Grillo, o chi per lui, non ha controllato con attenzione i curriculum. Forse, signora Grande, anche quelli sul sito del M5S sono "stalker" o "pennivendoli"? Shengen - E come se non bastasse la Grande ha anche parlato dei suoi titoli accademici ai microfoni di Radio24 a La Zanzara. "Il titolo che ho preso in Alabama non è valido per i concorsi pubblici, ma per qualsiasi altro tipo di professione ed è equivalente a una laurea presa a Yale o Harvard. Questa situazione si deve dal fatto che gli Stati Uniti non stanno in Schengen e dunque non c'è un riconoscimento automatico, ma questo non significa che non esista".  "Ma Shengen non c'entra", fanno osservare i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: "Sì, certo. I titoli presi nel territorio europeo sono validi nel territorio europeo, per Shenghen. Non c'è un'equipollenza con gli Stati Uniti", ha risposto la Grande.  

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