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Il fidanzato "cittadino" non ve lo raccomando

L'attivismo sentimentale a Cinque Stelle è un vero incubo: al posto delle rose vi regalerà un apriscatole, le cene intime saranno un meet up e ovviamente sarete mollate via chat

Andrea Tempestini
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  di Selvaggia Lucarelli Ve lo confesso. Ho avuto un fidanzato grillino. Oddio, mi correggo che poi mi cazzia. Non  un «fidanzato», termine che lui trova riduttivo, offensivo e verticistico, ma «un attivista  sentimentale grillino». Ci siamo conosciuti su facebook all'interno di un gruppo di discussione su “The voice” in cui io facevo notare che i concorrenti, pur di scegliere Cocciante come tutor, preferirebbero l'impalamento sul bastone di Oscar Giannino e lui sosteneva che il processo di cementificazione cosmetica sulla faccia di Raffaella Carrà non rispettasse i principi dell'ecosostenibilità e che sicuramente Japino fosse in combutta con la casta dei truccatori Rai.  Mi ha conquistata con una presentazione semplice ma efficace, che mi ha colpita dritta al cuore: «Ciao, sono Francesco, ho 40 anni, il mio film preferito è I 4 dell'oca selvaggia e quindi sei la donna della mia vita». Ho provato a replicare che come argomentazione mi pareva un po' debole, ma quando ho finito di digitare la frase era già attaccato al mio citofono. Mi ha spiegato che i filtri della burocrazia sono il veleno di questo Paese e quindi intendeva dare inizio al rito della partecipazione diretta del cittadino alla mia vita sessuale. Da quella sera si è trasferito a  casa mia, ovviamente non prima di aver pubblicato il mio contratto d'affitto sulla sua pagina facebook e la pianta catastale del mio bilocale da cui è poi risultato che lo sgabuzzino in cui tengo la Vaporella è abusivo, per cui da sei notti dormo nell'hotel Monza in Via Lorenteggio.   Siamo stati insieme per  un po', ma non era una vita facilissima. Per dire. Quando è nato mio nipote volevo andarlo a trovare alla Mangiagalli  ma lui mi ha spiegato che il nepotismo è una pratica ignobile e lo stavo deludendo. Ho provato a controbattere che andavo solo per portargli un regalo e lui è esploso dicendo che la corruzione è un reato oltre che un orribile retaggio del sistema politico di questo paese, per cui la mia famiglia, che evidentemente non è ancora pronta a metabolizzare il cambiamento in atto in questo Paese, non mi parla più da quindici giorni. In compenso avevo un sacco di nuovi amici interessanti con cui io e il mio attivista sentimentale andavamo spesso a cena. Per dire, una sera eravamo al tavolo con un piastrellista sassarese che siccome riesce a farti un piatto doccia a mosaico a meno di ottanta euro, è tra i papabili ministri dell'Economia. Con noi c'era anche una bidella di Poggio Mirteto esperta in smaltimento degli idrocarburi clorurati, che proponeva di spostare l'inceneritore di Parma nel garage di Giovanni Favia, ma poi il discorso s'è interrotto sul più bello perchè il mio attivista sentimentale ha infilzato la mano del cameriere con una forchetta da dolce per disattivare il microchip sottopelle che aveva intravisto alla base del suo dito medio. Abbiamo trascorso una notte in centrale ma poi i carabinieri ci hanno lasciato andare perchè alle prime luci dell'alba aveva già convinto due appuntati a dimezzarsi lo stipendio e il maresciallo a sostituire le pistole di servizio con lo spray urticante alla menta piperita per ridurre i costi dello stato.  Insomma, le cose tra noi andavano a gonfie vele, fino a ieri, quando c'è stato l'insediamento dei grillini alla Camera. Secondo lui la faccenda dell'apriscatole portato dagli attivisti per “scoperchiare” il sistema, era fortemente simbolica e di grande impatto. Per me era una grossa boiata, anche perchè se proprio la vogliamo dire tutta e giocarcela sul simbolismo, quell'apriscatole lì spesso si inchioda col risultato che tiri su la latta con le dita tranciandoti di netto l'anulare, cosa che non evoca scenari politici confortanti.  C'è poi stata la storia dell'acqua: niente bottigliette, perchè i grillini bevono l'acqua del rubinetto. Ho osato dire che se questa è la spia della democrazia, i prossimi candidati Grillo li potrebbe scegliere direttamente tra quelli che bevono a canna dalla fontanella di Villa Borghese e fare premier il primo che scava a mani nude un pozzo nel giardino di casa. Ovviamente il mio attivista sentimentale si è arrabbiato moltissimo. S'è arrabbiato pure quando ho detto che vederli seduti sui banchi più alti della Camera perchè gli altri «si devono sentire il fiato sul collo» ed è più facile controllare, è qualcosa di più vicino alla schizofrenia che alla politica, per cui non mi stupirei neppure se Casaleggio non esistesse e fosse solo un amico immaginario di Beautiful-mind-Grillo.  E infine, ho detto che dopo ore di foto postate su Facebook di cappuccini 5 stelle e scontrini e gente col tablet sotto l'ascella e apriscatole e spillette e bandierine e gagliardetti, non mi ricordavo più se questi erano al loro primo giorno in Parlamento o al loro primo giorno in gita alle grotte di Frasassi. Inutile dire che il mio attivista sentimentale mi ha mollata poche ore dopo. Ovviamente via Whatsapp, inviandomi poi a parte un foglio Excel con la lista delle recriminazioni e una cartella Dropbox di insulti. Io che sono meno moderna e tecnologica, gli ho solo richiesto indietro il computer che gli avevo prestato, le chiavi di casa e la mia macchina. Ovviamente, mi ha risposto che la sua religione non prevede rimborsi.  

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