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Celentano: "Sciacallo chi accusa Grillo per le pallottole di Palazzo Chigi"

Adriano Celentano

L'accorata difesa del Molleggiato sul 'Corriere della Sera': "E' tutta invidia per la campagna elettorale a costo zero"

Andrea Tempestini
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Per difendere Beppe Grillo, il fido Adriano Celentano prende carta e penna e scrive al Corriere della Sera. Il Molleggiato permette che "il disagio sociale non giustifica le pallottole esplose contro i due servitori dello Stato. Ed è meschino e ipocrita da parte di certa stampa speculare su una tragedia, per farne un'arma contro l'avversario politico. I toni eccessivi di Grillo non possono generare violenza". Il cantautore ne è certo, e secondo lui chi ha puntato il dito contro il comico a Cinque Stelle lo ha fatto per "invidia" per "aver fatto una campagna elettorale senza soldi, in nome di un programma altamente democratico come quello del M5S, e che al contrario di chi li accusa ha invece generato speranza in un mondo tutt'altro che ostile e soprattutto contro ogni genere di violenza". Quindi Celentano ribadisce che "bisogna essere cretini, ma cretini non lo sono, per non capire che i toni eccessivi di Grillo, che non sempre condivido, non possono e mai potranno generare violenza. Per il semplice fatto - conclude il Molleggiato - che quei toni sono parte integrante della sua sfera comica e suonano più che altro come un modo per spezzare la tensione nei suo comizi". Secondo Celentano, insomma, gli insulti di Grillo non sono politica, ma comicità.

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