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A Santo Domingo"Qui mi rompo i coglionimeglio la galera"

L'ex senatore Pdl, condannato per concorso esterno in mafia, raggiunto ai Caraibi da La Zanzara: "Mi hanno bloccato ai conti, per vivere faccio la colletta tra gli amici"

Matteo Legnani
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Di lui, dopo la sentenza d'appello che ne ha ribadito la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, s'era tornati a parlare qualche giorno fa, in occasione delle nomine dei sottosegretari e dei viceministri del governo Letta. Tra i quali c'è anche Gianfranco Miccichè, il quale ha dichiarato in un'intervista al Corriere di essere stato raccomandato alla Funzione pubblica da Marcello Dell'Utri. Il quale Dell'Utri, raggiunto oggi da La Zanzara su Radio24, ha liquidato le parole di Miccichè come "cazzate". Lo ha fatto da Santo Domingo, dov'è per un periodo di vacanza. Il conduttore Giuseppe Cruciani gli chiede come si trova e lui: "Santo Domingo? Mi rompo i coglioni. Ci sono sempre 26 gradi, c'è un clima bellissimo. Ma che faccio qui, un bed and breakfast? Dopo qualche giorno di paradiso terrestre mi annoio. Per restare devi essere un golfista scatenato, avere una barca o devono piacerti le donne, ma qui sono bruttine, forse quelle belle si nascondono". L'ex senatore Pdl assicura che nella Repubblica Dominicana "non ho intenzione di restare. Tra dieci giorni torno in Italia ho già il volo prenotato", assicura. E quando gli chiedono perchè non attenda lì la sentenza in Cassazione, dopo la condanna a 7 anni, risponde così: "No, no. Qui c'è anche il trattato di estradizione con l'Italia. Ma sono tranquillo, in galera almeno qualcosa da fare si trova, le pulizie, la biblioteca, si può dare conforto ad altri, sette anni volano via. E' l'occasione per studiare e leggere: a me piace l'ebraico e non riuscirei mai a studiarlo se non in carcere". E poi, osserva ancora, "non posso andare negli Stati Uniti perchè mi hanno negato il visto, sono condannato in secondo grado. Volevo andare a Miami per la laurea di mia figlia Marina. Una grande mortificazione, c'erano tutti i miei familiari tranne io". Lui a Santo Domingo ha pure dei conti bancari. Ma, spiega, "me li ha bloccati la procura di Palermo e mi hanno pure sequestrato la casa. Per vivere faccio la colletta tra gli amici, mi faccio prestare i soldi, poi li ridarò. Nei conti di Santo Domingo ci sono i soldi della casa sul lago che ho venduto a Berlusconi".

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