Crimi

"Cav condannato? Meglio l'interdizione". Qualcuno spieghi a Morfeo che...

Andrea Tempestini

  I grillini sentono l'odore del sangue. Silvio Berlusconi condannato in appello per il caso Mediaset. Grasso che cola. Una notizia, la condanna in appello, che non ha precedenti. Un boccone troppo ghiotto per non dare fiato alle trombe. Suona la carica la capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, che - paradosso - invoca una legge ad personam (contro il Cav): "E ora si acceleri nella giunta per le elezioni del Senato, appena sarà costituita, sull'ineleggibilità di Berlusconi. Ci sono molte motivazioni per farlo. C'è una legge del '57 che viene disattesa e ora c'è questa sentenza, per quanto provvisoria perché bisognerà aspettare la Cassazione". Lo scivolone? - Il "premio simpatia" - al quale è abbonato tra gaffe, scivoloni e smentite vergate sul blog dal capo Beppe Grillo - spetta però a Vito "Morfeo" Crimi, omologo della Lombardi al Senato, celeberrimo non solo per gli strafalcioni ma anche per la pennichella in aula. Crimi, sornione, commenta: "L'interdizione dai pubblici uffici è forse la notizia più importante". Poche parole, sintetico e lapidario, il Crimi. Contento, molto contento. Peccato però che a differenza della Lombardi si sia dimenticato di ricordare che la "meravigliosa" interdizione del Cav, per essere effettiva, dovrà essere confermata dalla Cassazione (il verdetto è atteso per dicembre). Al Crimi concediamo il beneficio del dubbio, ma noi nutriamo un legittimo sospetto: forse non sa che per esultare dovrà ancora attendere? Forse ci troviamo di fronte a un nuovo strafalcione in Diritto? Forse...