La querelle

Santanché contro Ingroia: "Non è super partes. Infanga la giustizia"

Marta Macchi

La querelle politica non si arresta. Questa volta a puntare contro il magistrato Antonio Ingroia non è il Csm - che lo spedisce ad Aosta - ma la deputata Pdl Daniela Santanchè che, in un'intervista rilasciata a Il Giornale, commenta la scelta da parte del pm di partecipare alla manifestazione della Fiom a Roma di sabato 18 maggio. Chiede così al Csm di aprire una procedura contro il sostituto procuratore: "Trovo che il fatto che un magistrato in ruolo, anche se in ferie, partecipi a una manifestazione con le bandiere di partito organizzata apertamente contro una parte politica e contro un governo sia scandaloso. Se il Csm non farà niente sarà preoccupante". La Santanché non digerisce il fatto che l'ex procuratore di Palermo, che dovrebbe essere super partes, manifesti in piazza: "Così ogni  magistrato può fare quello che vuole. Peraltro Ingroia non si è limitato ad una partecipazione silente. No, ha rilasciato anche qualche dichiarazione. Ma lui non è più un leader politico, non può farlo". Dal canto suo lui si giustifica dicendo che era in piazza "A fianco dei lavoratori, che sono i cittadini italiani che più pagano la crisi del paese a causa delle politiche di rigore". Pessimo esempio - Ma la Santanchè non ci sta: "Questa cosa mi fa infuriare. Stiamo vivendo una crisi economica paurosa. Ingroia ha già beneficiato di una lunga aspettativa per condurre la sua campagna elettorale di odio contro un nemico. Ora, appena ritornato in servizio come magistrato, se ne va in ferie". Infatti dopo aver preso possesso dell'incarico  ad Aosta, il magistrato, in attesa del Tar, ha deciso di usufruire dei giorni di vacanza arretrati, che ancora ha, e di riprendere servizio il prossimo 20 giugno. La deputata però non è d'accordo: "E' un pessimo esempio del mondo in cui possiamo essere inteso l'interesse pubblico da parte di un servitore dello Stato peraltro molto ben pagato. E' un affronto nei confronti di tutti quelli che stanno soffrendo e di tutti i lavoratori in generale. Ingroia sabato era circondato da lavoratori che guadagnano 1.300 euro al mese, da precari, da disoccupati e dice di essere andato lì per loro. Mi sarei aspettata che venisse sonoramente fischiato e invece no. Un lavoratore comune che si comportasse come si è comportato lui nell'ultimo anno verrebbe probabilmente licenziato dal datore di lavoro". Toghe e politiche - Complice della rabbia della Pdl forse anche il fatto che Ingroia rappresenti un'opposta fazione politica e la più nota condotta antiberlusconiana: "Ingroia è la manifestazione plastica di quello che noi diciamo da anni, cioè che una parte della magistratura, per fortuna piccola, che utilizzano la magistratura per fare politica e per rovesciare l'esito delle urne. La manifestazione plastica della persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi. Ma la cosa si ritorcerà contro Ingroia. Ora chiunque debba essere processato da lui per qualcosa che abbia a che fare con le sue idee avrebbe diritto a far valere il legittimo impedimento. Visto che Ingroia si è dimostrato non esattamente super partes in un mestiere che fa dell'imparzialità la sua ragion d'essere". Una dura battaglia dunque quella che si prospetta ma lei assicura: "Non si tratta di antipatia umana. Non l'ho neanche mai conosciuto Ingroia ma da esponente politico non condivido come lui intende il suo lavoro di magistrato e da imprenditore non condivido come Ingroia intende il lavoro toutcourt".